Mondo Politica: intervista a Daniele Guerrieri, segretario Pd di San Giustino

Rieletto quasi un anno fa (era il 22 gennaio 2022), con volontà unanime, segretario politico del Partito Democratico di San Giustino. Per Daniele Guerrieri, così come per gli altri colleghi segretari di partito, sta per iniziare il lavoro finalizzato alla formazione degli schieramenti che nella primavera del 2024 gareggeranno per la carica di sindaco a San Giustino. Davanti c’è ancora un anno (considerando i tempi di candidature e presentazione delle liste), ma è chiaro che le prime mosse in scacchiera partano fin da adesso, tanto più che – oltre alla stesura dei programmi e alla condivisione di essi, che stanno davanti a qualsiasi altra ragione – occorre comunque individuare all’interno del centrosinistra la figura in grado di avvicendare Paolo Fratini alla guida della giunta.      

Guerrieri, come valuta la manovra del governo Meloni?

“E’ una manovra caratterizzata dall’iniquità: guarda di più alle classi agiate e a un mondo di livello medio-alto (vedi la “flat tax”), mentre dimentica di più i temi centrali. E poi, strizza l’occhio a chi le tasse non è abituato a pagarle regolarmente, o a chi – forse - non le paga per niente. Anche per ciò che riguarda la gestione della pandemia, siamo in un’altra fase – questo è vero – ma la tendenza è quella di dare continuità alla linea che avevano seguito – e mi riferisco a Fratelli d’Italia - quando erano all’opposizione nel periodo più acuto, con il reintegro dei medici e del personale “no vax”. Tutto qui”.

Le elezioni politiche si sono tenute oltre tre mesi fa, ma il concetto non cambia: cosa deve fare a suo giudizio il Partito Democratico in questo momento, al di là delle questioni operative sul tavolo in vista delle primarie?

“Il Pd deve porsi una sola domanda, che poi è un’affermazione: recuperare la sua base, ossia quel “popolo” che si è perduto per strada e per colpe che sono esclusivamente nostre. Deve quindi recuperare i valori fondanti del centrosinistra: solidarietà, accoglienza, benessere diffuso e vicinanza con la gente, facendo gli interessi di quelle che erano le sue categorie storiche. Non esiste che la classe operaia non ci voti più oramai da anni, per cui dobbiamo ricordarci di quella che è stata la nostra funzione storica”.

Anche se in molti, del suo partito, preferiscono al momento parlare di altre questioni ritenute più importanti, Lei chi vorrebbe come nuovo segretario del partito?

“Personalmente, io sono per il momento più propenso alla scelta di Elly Schlein, ma anche Stefano Bonaccini è uno che non mi dispiace. Mi fa piacere che più internamente si stia ragionando per far uscire di nuovo i vecchi valori, i temi importanti per i quali il partito deve combattere, come mi fa molto piacere che si stia riscrivendo la base anche a livello regolamentare, vedi la stesura della Carta dei Valori. Credo quindi che la riscoperta dei principi che 15 anni fa hanno portato alla nascita del partito e la condivisione attorno a essi debba essere il nuovo punto di partenza, poi si affronterà la questione del segretario”.

Poco meno di un anno e mezzo, ancora, per la seconda legislatura del sindaco Paolo Fratini a San Giustino, poi per forza di cose occorrerà cercare un nuovo candidato sindaco. È prematuro, ora, parlare di mosse finalizzate all’appuntamento della primavera 2024?

“E’ chiaro che al momento non vi sia in atto alcun tipo di manovra in chiave elettorale. Certa è però una cosa: il Partito Democratico cercherà di favorire, rispetto al passato, un’apertura a 360 gradi, per cui questo significa che non vi sarà una lista del Pd o del centrosinistra, quanto piuttosto uno schieramento di stampo civico che sarà rappresentativo dei cittadini di San Giustino. Non sarà una lista politica, ma trasversale; per meglio dire, anche in passato abbiamo ragionato in questa ottica e ora lo faremo più che mai, con l’obiettivo di raccogliere le migliori istanze della società civile”.