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Mondo Politica: intervista a Catia Giorni esponente del Movimento 5 Stelle a Sansepolcro

"Sul turismo si fanno solo chiacchiere, non c'è programmazione e lungimiranza"

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Tiene alta la guardia del Movimento e Stelle a Sansepolcro, nonostante l’esito elettorale di un anno fa abbia sentenziato l’uscita dei pentastellati dall’assise di Palazzo delle Laudi. Ma Catia Giorni, unico consigliere ad aver rappresentato il 5 Stelle in consiglio nella storia istituzionale del Borgo, rimane sempre determinata e battagliera, specie sulle questioni di primari importanza.

Giorni, avete preso posizione in ultimo, come Movimento 5 Stelle, sulla situazione delle scuole di Sansepolcro. Cosa avete chiesto all’amministrazione?

“Che vengano considerate argomento prioritario. Le ultime notizie, relative alle infiltrazioni di acqua nei container, ci stupiscono solo relativamente, visto che la questione fondamentale, a nostro parere, resta a monte: può essere accettabile nel 2022 confinare dei ragazzi a seguire lezioni dentro a dei container? Il Comune può porre fine a questa condizione di emergenza solo con l’edificazione di nuove scuole, avvalendosi anche degli investimenti possibili grazie al Pnrr”.

Non è stata discussa nell’ultimo consiglio comunale la mozione avente per oggetto l’istituzione dell’imposta di soggiorno a Sansepolcro. Siete favorevoli o contrari a questa operazione?

“Ci lamentiamo da sempre del fatto che il nostro turismo è ancora “mordi e fuggi” e poco stanziale. Con l’imposta di soggiorno non si favoriscono al momento l’auspicata stanzialità e il turismo più in generale. Mi sembra che si vada avanti con proposte che hanno il valore di uno spot, quando invece anche sul turismo occorrerebbe lavorare alla base per poi pretendere l’imposta di soggiorno. Penso che, a distanza un anno dal suo insediamento, sia il caso di fare le prime valutazioni su questa amministrazione comunale, che si muove con una mancanza totale di programmazione e lungimiranza. La sensazione mia è che prevalga l’improvvisazione, senza una visione di fondo. Prendo l’esempio dell’ufficio sviluppo, che avrebbe dovuto essere istituito per intercettare i fondi europei; invece, a tutt’oggi non si è visto ancora niente”.

Quante le preoccupazioni sul futuro della sanità in Valtiberina?

“Tante. Assistiamo a perdite sempre più rilevanti per ciò che riguarda sia l’ospedale che i servizi. Dalla Regione i segnali che arrivano sono molto deboli, se non inesistenti. I cittadini di Sansepolcro avvertono sempre più questa mancanza e allora l’amministrazione deve puntare i piedi: è vero che a decidere è la Regione, ma questo non significa che un Comune non debba farsi sentire”.

Il nuovo governo ha intenzione di togliere il reddito di cittadinanza a inizio 2024: vi sono, a suo parere, dei limiti palesati da questo strumento?

“Su tanti aspetti non nego che debba essere modificato in senso migliorativo, ma toglierlo in un periodo difficile come quello attuale significa costringere molti cittadini a fare la fame. Mi sembra oltretutto sbagliato imputare al reddito di cittadinanza le colpe di situazioni che non hanno niente a che vedere con esso. Anche la stampa calca la mano come se il reddito di cittadinanza avesse prodotto chissà quali danni di natura economica! Tengo poi a precisare che, nella stragrande maggioranza dei casi, l’immagine del fannullone non c’è: molte sono infatti le persone che si trovano realmente in difficoltà. Quindi ripeto: rivederlo sì, toglierlo no, specie se per una questione meramente politica, che non ha alcun senso. Non vi sarà un risparmio rilevante e molte persone finiranno sulla strada”.

È critica nei confronti dei primi provvedimenti adottati dal governo di Giorgia Meloni?

“Non mi sono mai riconosciuta nella sua linea. Quanto ha messo in campo è chiara espressione di un indirizzo politico che il mio partito non condivide. Hanno deciso di inviare ancora armi in Ucraina e di alzare il tetto delle spese militari: è una questione dirimente, che ci porta in una determinata strada. Anche tanti cittadini, politicamente di destra, sono contrari e non capisco perché il nostro Paese insista in questa direzione. Aggiungo in conclusione un altro particolare: Sansepolcro è la “Città della Cultura della Pace” e, nonostante le continue sollecitazioni. Il consiglio comunale non ha mai toccato l’argomento del conflitto in Ucraina, il che mi sembra strano: l’amministrazione deve esprimersi perché si tratta di un tema sentito da tutti”.      

Redazione
© Riproduzione riservata
01/12/2022 10:27:52


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