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La Spagna vieta gli stereotipi di genere nelle pubblicità dei giocattoli

Da oggi entra in vigore il nuovo codice deontologico per i produttori

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«È per un bambino o per una bambina?» In questa domanda di solito non si trova nulla di strano. Ancora moltissimi negozi di giocattoli con bambini sono divisi esattamente a metà: da una parte è tutto rosa, dall’altra tutto blu. Che i bambini giocano con macchinine e costruzione e le bambine con bambole e cucine è una regola che non ha molto senso: è una forzatura e le forzature creano gabbie. E così la Spagna decide di invertire la rotta, almeno di provarci. Da oggi, primo dicembre, entra in vigore un nuovo codice deontologico concordato tra governo, l’Associazione spagnola dei produttori di giochi “AEFJ” e “Autocontrol”, un’organizzazione indipendente responsabile dell’autoregolamentazione del settore pubblicitario spagnolo: uno degli obiettivi principali è quello di evitare disparità e imposizione dei ruoli tradizionali di genere per quanto riguarda la promozione di prodotti rivolti a minori. Secondo il ministro spagnolo dei consumatori Alberto Garzón, la pubblicità per l’industria dei giochi dovrebbe diventare «più giusta, più onesta e costruttiva. E sbarazzarsi degli stereotipi di genere».

La norma prevede che «i giocattoli non verranno presentati con indicazione esplicita o implicita che siano per l'uno o per l'altro sesso, né verranno fatte associazioni di colori (come il rosa per le bambine e l'azzurro per i bambini)». Per esempio, come spiega l'agenzia di stampa Efe, si eviteranno quindi pubblicità come quelle di bambole o cucine in miniature specificamente destinate alle bambine. Anche se non è sempre intenzionale, i giocattoli pensati e acquistati da adulti per bambini e bambine diventano un mezzo per tramandare modelli culturali e doppi standard. Il rischio? Disuguaglianze educative a svantaggio delle bambine, limitate fin dalla subito nella possibilità di comprendere le loro preferenze e di costruire legami tra pari, libere da pregiudizi. 

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
01/12/2022 06:13:53


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