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Mondo Politica: intervista a Tommaso Pierazzi figura di spicco dei pentastellati toscani

"Dobbiamo tornare nei territori. Lì siamo nati e da lì dobbiamo organizzarci"

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Alle elezioni politiche dello scorso 25 settembre, era il candidato del Movimento 5 Stelle nel collegio uninominale della Camera dei Deputati ad Arezzo. Un collegio che comprende tutti i Comuni della provincia, più i territori di Figline Valdarno, Incisa e Reggello. Tommaso Pierazzi da San Giovanni Valdarno, figura di spicco dei pentastellati toscani anche nel ruolo di portavoce, ha dunque avuto questa opportunità, dopo che nel 2019 si era candidato a sindaco nella città in risiede.  

Pierazzi, si è tutti parlato di un risultato “moralmente” positivo per il Movimento 5 Stelle alle elezioni del 25 settembre, perché ha riguadagnato consensi nei confronti dei sondaggi e se non altro perché il “terzo polo” alla fine siete voi. Come giudica il risultato del suo partito?

“Il risultato premia il lavoro svolto dai governi guidati da Giuseppe Conte e del fatto che abbiamo portato a termine l’80% di quello che avevamo promesso col programma del 2018. In questa campagna elettorale, abbiamo avuto modo di spiegarlo bene, ma soprattutto ci siamo smarcati dai carrozzoni elettorali fatti “contro qualcuno”, focalizzandoci sul nostro programma nel spiegare bene i temi lì dentro riportati”.  

Sul piano personale, si aspettava qualcosa in più dagli elettori?

“I sondaggi di inizio agosto ad Arezzo, come nel resto della Toscana, ci davano con percentuali intorno al 5 o 6%. Abbiamo ottenuto il doppio, sfiorando nel Valdarno le percentuali nazionali. A San Giovanni Valdarno, Cavriglia e Terranuova Bracciolini, dove in questi anni ho avuto modo di far conoscere il lavoro che ho svolto come portavoce del movimento, le percentuali sono state tra le più alte di tutta la provincia (sopra il 13%). Tenendo presente del fatto che la campagna elettorale è stata molto corta e non avendo avuto modo di raggiungere tutta la provincia, mi ritengo estremamente soddisfatto del risultato che premia anche coloro che mi hanno aiutato nelle ultime quattro settimane”.

In tanti, specie per i consensi ottenuti al sud, hanno attribuito il motivo dei vostri voti al reddito di cittadinanza. C’è anche dell’altro e in che modo andrebbe rivisto – se lo ritenete opportuno – il meccanismo del reddito di cittadinanza?

“Al sud vi sono tante emergenze da affrontare, sulle quali purtroppo nessuno ha mai saputo metterci mano. Noi l’abbiamo fatto quando Giuseppe Conte era Presidente del Consiglio. Ma non solo questo: nel nostro programma ci sono temi necessari a far ripartire un’area così importante per il Paese. Il salario minimo e la lotta al precariato, un sostegno a chi già lavora con paghe orarie da fame, incentivi a chi assume giovani, agevolazioni sull’acquisto della prima casa, sono alcuni dei temi che di fatto hanno intercettato i reali problemi di chi vive al sud. Se il reddito di cittadinanza avesse realmente contribuito al successo del movimento, allora questo doveva accadere anche nelle regioni del nord, dove i precettori sono in numero molto consistente”.  

Caro energia e caro bollette: è il momento di insistere per le comunità energetiche, visto che anche in ambito locale più volte i vostri rappresentanti hanno parlato di esse senza essere adeguatamente ascoltati?

“Sul caro bollette siamo stati i primi a marzo ad avvertire Mario Draghi degli scenari prevedibili per ottobre. Ma si è preferito non ascoltarci e dedicarsi al riarmo. Al di là delle misure immediate da prendere, c’è anche da promuovere e incentivare la cultura del risparmio energetico con investimenti nelle energie rinnovabili, l’autoproduzione e quindi anche le comunità energetiche. A San Giovanni Valdarno stiamo dialogando con l’amministrazione locale per la loro attuazione, in attesa dei decreti attuativi che Il “Governo dei migliori” in un anno e mezzo non è riuscito a produrre”.

Come intende riorganizzarsi il Movimento 5 Stelle in Toscana?

“Partendo dai territori. Lì siamo nati e da lì dobbiamo organizzarci. Negli anni si sono avvicinati tanti simpatizzanti, poi diventati attivisti, che successivamente sono stati eletti come portavoce portando le istanze dei cittadini nelle istituzioni. Riorganizzandoci, dovremmo facilitare questo nostro processo partecipativo dal basso”.

Redazione
© Riproduzione riservata
05/10/2022 16:34:16


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