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Eliminato il materiale bellico, decolla il cantiere sull'Arno fra Capolona e Arezzo

Bonificata l'area interessata: un iter da poco concluso

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L’Arno in prossimità del ponte tra Buonriposo e Castelluccio nel comune di Capolona sarà più sicuro. Al confine tra i comuni di Arezzo e Capolona, macchine e operai del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno possono finalmente mettersi al lavoro per realizzare l’intervento di manutenzione straordinaria, finanziato con fondi regionali. Le risorse saranno impiegate per sanare l’evidente e complessa evoluzione morfologica dell’Arno,  che, in questo tratto, presenta fenomeni di erosione  tanto importanti da causare anche lo scalzamento della pila interna del ponte in destra idraulica. La situazione, delicata e complessa, ha spinto a loro volta i comuni di Arezzo e Capolona ad “allearsi” per fronteggiare insieme il degrado dell’opera e migliorare la sicurezza dell’area. Approfittando del restyling pianificato sull’asta fluviale, infatti, hanno programmato i lavori necessari per proteggere la pila interna in destra idraulica e la pila centrale del ponte, di   rispettiva competenza, in modo da ridurre al minimo tempi e spese.

Adesso, finalmente tutto è pronto. Il Consorzio in questi giorni ha iniziato l’intervento per la realizzazione di una scogliera di protezione spondale, con l’inserimento di una difesa trasversale alla corrente (pennello) per mitigare l’azione erosiva, e con la risagomatura della barra di sedimenti che si è venuta a formare con l’andare del tempo.

L’operazione, importante per la comunità e le amministrazioni locali è stata tenuta a lungo in ostaggio dal ritrovamento di un ordigno bellico inesploso. 

Tutto è cominciato circa un anno fa, quando, progetto alla mano, il Direttore ai Lavori, impegnato nel sopralluogo di ricognizione prima della consegna dell’area, ha individuato e segnalato alla Prefettura una “presenza” sospetta. E’ subito scattato l’immediato stop al cantiere e il rapido via agli accertamenti di routine.

Le Autorità hanno confermato i timori: l’oggetto individuato era proprio una bomba di mortaio 89 mm HE, risalente con ogni probabilità alla seconda guerra mondiale.

Il congegno è stato recuperato e fatto brillare  ma l’area è rimasta off limits per ragioni di sicurezza e per ulteriori verifiche.

Purtroppo anche la successiva indagine geofisica strumentale, affidata dal Consorzio a una ditta specializzata, ha avuto esito positivo, evidenziando la presenza diffusa di anomalie ferromagnetiche che hanno richiesto l’esecuzione della bonifica bellica.

Completate le operazioni, che, tra l’altro, hanno rivelato la presenza di un ulteriore ordigno nascosto nello strato di sedimenti depositati dalla corrente, ed esclusa la presenza di ulteriori pericoli, l’iter autorizzativo si è concluso facendo scattare il semaforo verde ai lavori.

Consorzio e Comune di Capolona hanno voluto sottolineare l’importanza del traguardo raggiunto, dandosi appuntamento sulle sponde dell’Arno.

“Operare sui fiumi è tutt’altro che semplice. A volte emergono imprevisti capaci di condizionare pesantemente la calendarizzazione degli interventi. Come è accaduto qui, a Castelluccio, dove il ritrovamento di un vecchio ordigno ha fatto scivolare di diversi mesi l’operazione di manutenzione”, commenta la Presidente del Consorzio Serena Stefani. “D’altronde rinviare i lavori era necessario per la sicurezza delle maestranze e  per la pubblica incolumità:   l’area  infatti si trova in un punto strategico per la circolazione dei mezzi e rappresenta l’unica alternativa a Ponte Buriano, per attraversare l’Arno nel comune di Arezzo”.

Una volta rinvenuta la bomba, abbiamo programmato una prima verifica dell’area con l’uso del magnetometro”, spiega l’ingegner Serena Ciofini, caposettore difesa idrogeologica dell’ente.Purtroppo l’esito dell’indagine ha  confermato la presenza diffusa di materiali ferrosi occultati tra i sedimenti, anomalie non sempre attribuibili alla presenza di elementi pericolosi, ma sufficienti a destare preoccupazione. Di qui la necessità di una seconda ricerca: questa volta per l’individuazione, l’analisi e la gestione di ciascuna di queste anomalie Solo al termine di questa “pulizia” per la messa in sicurezza del cantiere abbiamo potuto programmare l’inizio dei lavori”.

L’intervento è stato finanziato con risorse del Piano Tagli 2019 dalla Regione Toscana e fa parte di un lotto di lavori più ampio, per un importo complessivo di 300 mila euro, che comprendeva anche la manutenzione straordinaria dell’Arno in località Campaldino e del torrente San Chimento nel comune di Arezzo.

Dopo il taglio della vegetazione e il trasferimento della fauna ittica per poter entrare nel fiume con le macchine operatrici, è iniziata la costruzione di una difesa di sponda in massi ciclopici e la creazione di un elemento trasversale in gabbioni per contribuire al miglioramento della funzionalità del fiume, con la contestuale riprofilatura dei sedimenti presenti in alveo. L’obiettivo è ridurre il rischio che il fenomeno erosivo, presente sulla sponda destra del fiume, arrivi a farla crollare”, aggiunge l’ingegner Matteo Isola, Dirigente dell’Area Tecnica del Consorzio.

“Fin dal nostro insediamento – commenta Mario Francesconi, sindaco di Capolona -  abbiamo con fermezza evidenziato  come proprio quel tratto di fiume necessitasse  di un intervento al fine di migliorare il deflusso delle acque, salvaguardando così sia le sponde che il ponte che sta a valle del tratto interessato dai lavori. Ringrazio quindi il Consorzio Alto Valdarno nella figura della sua presidente Serena Stefani e tutto lo staff per l’attenzione data al problema e per l’impegno nel trovare una soluzione. Grazie a questo intervento finalmente verrà risolto un annoso problema che tiene in ansia la popolazione”.

Redazione
© Riproduzione riservata
28/09/2022 14:46:58


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