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Mondo Politica: intervista a Gabriele Veneri consigliere in Regione Toscana

“A differenza della sinistra, noi del centrodestra non siamo un “poltronificio”

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È attivo fin da quando, circa due anni fa, è stato eletto consigliere regionale nelle file di Fratelli d’Italia. L’aretino Gabriele Veneri, imprenditore conosciuto anche per le sue imprese alla Giostra del Saracino, ha preso a cuore le questioni inerenti alla provincia e quindi anche alla Valtiberina. Basterà ricordare le battaglie – tuttora in corso – su versanti quali infrastrutture e sanità, ma diventa inevitabile parlare con lui anche delle prossime elezioni politiche in programma il 25 settembre.

Veneri, la Valtiberina è ancora fuori da Ente Acque Umbre Toscane. In che modo replica al Pd di Sansepolcro, che aveva imputato al centrodestra (il quale governa praticamente in tutti i Comuni della Valtiberina) di non aver presentato candidature?

“A differenza della sinistra, noi del centrodestra non siamo un “poltronificio”. Le amministrazioni di centrodestra avevano evitato di proporre candidature perché sarebbero state disposte a condividere i nomi presentati dalla sinistra. Non avrebbero avuto nulla da eccepire, purché fosse rappresentato il territorio. Purtroppo, così non è stato. La Valtiberina è da sempre terra di campagna elettorale: si va lì soltanto per cercare voti e fare promesse. Ma, poi nel quotidiano, i rappresentanti del Pd non hanno alcuna considerazione del territorio della Valtiberina. Erano stati espressi quattro nomi, rappresentativi del territorio, ma nessuno è stato preso in considerazione. È chiaro che la classe politica locale non viene ascoltata e che i vertici regionali del Pd non hanno alcun interesse nel dare risposte concrete al territorio. Adesso, visto che siamo in campagna elettorale, si sono affrettati a presentare atti in consiglio regionale per chiedere di aumentare il numero dei membri del consiglio di amministrazione. È il solito fumo negli occhi degli elettori!”.

A questo punto, la Valtiberina come deve gestire la vicenda Montedoglio per ottenere ciò che vuole, cioè il completamento del piano irriguo?

“Premetto che su questi temi mi sono sempre confrontato con la nostra consigliere comunale di Sansepolcro e provinciale Laura Chieli: lavoriamo in stretta collaborazione. Nello scenario attuale, quello appunto in cui nemmeno un rappresentante della Valtiberina fa parte del cda di Eaut, il completamento del piano irriguo si fa più difficile: ciò non toglie che dobbiamo, comunque, impegnarci e operare in questo senso. Va restituita rilevanza politica alle Unioni dei Comuni che ad oggi, a dispetto delle varie teorie politichesi, non hanno dimostrato - se non in rari casi - un collegamento tra efficienza del risultato e le cosiddette economie di scopo. Di fatto, la cooperazione intercomunale ha senso se costituisce una rete che abbia peso nelle scelte politiche territoriali e non una semplice realtà amministrativo-gestionale. Per l’Unione dei Comuni della Valtiberina, oggi ancor più di ieri, sarà necessario ripensare il proprio ruolo politico, affinché con forza sappia rivendicare le istanze del territorio, in particolar modo quelle relative alla gestione del piano irriguo di Montedoglio, ma aggiungo anche quelle che riguardano la sanità e i servizi pubblici locali. Ovviamente, questo significherà un impegno, uno sforzo anche in termini di tempo, da dedicare alla causa. Occorrerà che il consiglio, la giunta e il presidente dell’Unione dei Comuni chiedano a gran voce, anzi pretendano, la costituzione di un tavolo di consultazione alla presenza del nuovo presidente aretino di Eaut, Simone Viti. Lo stesso Viti ha dichiarato che si farà garante delle istanze della Valtiberina, ma per esperienza sappiamo bene che, affinché le cose accadano, bisogna essere presenti fisicamente e non stancarsi di esserci. A mio avviso, la modalità operativa più congrua, per raggiungere lo scopo, è proprio quella di chiedere – anzi, esigere - un tavolo consultivo alla presenza del nuovo presidente, che si riunisca ciclicamente. Solo così si avrà un’interlocuzione diretta e si potrà essere informati in modo continuativo sulle scelte di Eaut e, soprattutto, solo così la Valtiberina potrà portare le proprie richieste senza timore che vadano disperse”.

Enrico Letta, su un quotidiano romagnolo, ha detto che la E45 è una priorità. Sarà quello delle infrastrutture uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale anche nell'Aretino?

“Enrico Letta può promettere quello vuole, noi guardiamo ai fatti. Le infrastrutture della provincia di Arezzo non interessano ai governi centrali e a quelli regionali, sin dai tempi di Fanfani. Ad oggi, abbiamo assistito soltanto a slogan e promesse. La E45 è un’arteria di grande importanza per lo sviluppo economico, per le attività produttive e per il turismo. Per percorrerla, occorre però tanto coraggio: il manto stradale è disastrato e in caso di pioggia o neve è veramente complicato viaggiare sulla E45; se la fortuna non ti assiste, rischi incidenti gravi o mortali, come la cronaca insegna: cantieri continui, inversioni di marcia e restringimenti di carreggiata. L’assurdo è che fino a oggi nessuno ha avuto il buon senso di ripristinare la ex Tiberina 3 bis, unica strada alternativa in caso di interruzione o chiusura della E45. Ma la Tiberina 3 bis è inutilizzabile dal 1999. Le infrastrutture sono una delle priorità per il prossimo governo di centrodestra: noi siamo dalla parte di cittadini e imprese e le infrastrutture sicure ed efficienti hanno la priorità nei nostri programmi. Vorrei far notare che l’attuale candidato del Pd nel collegio aretino è stato per anni assessore regionale ai trasporti e se la provincia di Arezzo, nelle quattro vallate, versa in tali condizioni possiamo ringraziare anche il suo operato e il suo modo di fare: propaganda e qualche elemosina qua e là nei nostri territori. Adesso va a raccontare, insieme a Letta, che se va a Roma risolve qualcosa!”.

Dopo aver visionato la rosa dei candidati locali al Parlamento, ritiene che il centrodestra possa avere le giuste chance a livello locale e nazionale?

“Abbiamo una vasta scelta di candidati, molto preparati, con consolidata esperienza di amministrazione pubblica e, soprattutto, con la voglia di fare. Quello che più mi interessa è che, appena riusciremo a governare il Paese, dimostreremo di saper fare la differenza e cominceremo subito a lavorare per dare soluzione a tutti quei problemi irrisolti che l’Italia si trascina da decenni. Sono certo che i nostri candidati, una volta eletti, faranno bene e saranno coerenti con il nostro programma”.

L'ulteriore astensionismo rischia di essere il primo "partito" di questa consultazione?

“Il rischio esiste. La politica deve ritrovare sé stessa, occuparsi delle cose reali e trovare le soluzioni con passione e competenza. In giro ci sono troppi vagabondi che pensano di dimostrare di dedicarsi alla gente solo perché stanno su Facebook. I problemi sono giganti e le soluzioni complesse. Serve una nuova classe dirigente che si riappassioni alla cosa pubblica con il giusto spirito. Lo spirito di servizio. In questo, Fratelli d’Italia saprà fare la differenza!”.

 

Redazione
© Riproduzione riservata
01/09/2022 11:57:17


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