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Mondo politica: intervista con Vincenzo Tofanelli, responsabile di "Azione" per l'Altotevere

"Sono uscito dal Pd perchè su determinati versanti non ha provveduto a intervenire"

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Consigliere comunale di maggioranza, presidente del consiglio comunale e assessore dopo l’elezione a consigliere regionale di Michele Bettarelli. Sempre con l’amministrazione del sindaco Luciano Bacchetta. Adesso, Vincenzo Tofanelli ha lasciato il Partito Democratico per approdare in “Azione”. Di questo e di altro parliamo in questa intervista.

Tofanelli, il suo passaggio dal Pd ad Azione segna di fatto quello da una situazione di staticità a una di maggiore dinamismo e visione di prospettiva nel modo di fare politica da parte del centrosinistra?

“Io credo che i valori di Azione siano parte integrante del centrosinistra, ovviamente con una visione sull’economia, sullo stato sociale, sull’istruzione più adeguata ai tempi che viviamo. Mi spiego: in particolare, con riguardo ai provvedimenti quali “reddito di cittadinanza e bonus 110”, devono essere rivisti profondamente e su questo il Pd non ha cercato in questi anni di provvedere con dei correttivi che erano necessari per arrivare veramente ad incidere su un vero miglioramento sociale”.

Lei è già stato nominato responsabile dell’area politica dell’Alta Valle del Tevere. Un’opportunità per farsi sentire su quali aspetti?

“Metterò il mio impegno al servizio del territorio partendo da una fase di ascolto. So già che i temi da affrontare sono molti, e che su alcuni è necessario agire in fretta. Ne cito solo alcuni: 1) una mobilità urbana ma anche dalle frazioni sostenibile con uno sguardo attento alle esigenze dei diversamente abili; 2) un piano sanitario integrato ed adeguato alle nuove fragilità, che sappia far fronte agli effetti della pandemia; 3) il completamento delle infrastrutture indispensabili alla crescita del nostro territorio, per consentirci di essere l'interconnessione al centro dell'Italia: come il completamento della E78, la messa in sicurezza della E45 e lo sfondamento a nord fino ad Arezzo della ferrovia; 4) un’integrazione delle rinnovabili nell’agricoltura, per una transizione ecologica che eviti contrasti ideologici anti industriali; 5) scuole sicure dove si possano formare al meglio le future generazioni, perché il sapere sia patrimonio di tutti. Mi rendo conto che sono tutte problematiche complesse e difficili da attuare ma ed è necessario l’impegno di tutte le forze politiche e non solo, occorre guardare oltre i nostri personalismi e iniziare a credere che le opere possono essere realizzate”.

Quali sono, a suo parere, i punti di forza e quelli di possibile debolezza dell’amministrazione attuale all’indomani degli undici anni di guida del sindaco Luciano Bacchetta?

“Ho vissuto tutta l’amministrazione del sindaco Luciano Bacchetta; infatti, sono stato amministratore dal 2011 al 2021 e conosco nei dettagli la trasformazione che ha avuto la città (pavimentazione di piazze e centro storico, un nuovo aspetto all’ingresso della città, riqualificazione di aree industriali dismesse, biblioteca, sistemazione dell’ingresso della pinacoteca, scuole ristrutturate per rispondere agli indici sismici, rifacimento di piazza delle Tabacchine e, nelle frazioni, sono stati effettuati tanti interventi e altro ancora). Con l’attuale sindaco Luca Secondi abbiamo lavorato a fianco in questi 10 anni e lo considero un amministratore di esperienza. Io, naturalmente, faccio il tifo affinché questa nuova amministrazione riesca bene nell’interesse dei tifernati: ha infatti 5 anni davanti per portare avanti dei progetti di miglioramento del nostro Comune, comunque solo alla fine potremmo dare un giudizio”.

La caduta del governo Draghi: quali ripercussioni teme sull’Italia da parte di un contesto internazionale che aveva cominciato a tenerci in considerazione?

“La caduta del governo Draghi compromette il risanamento e la tenuta sociale. Perdiamo di credibilità internazionale, di responsabilità mettendo a rischio il Pnrr, il controllo sul debito, sullo spread, sui tassi di interessi e sulla transizione energetica di fondamentale importanza per il futuro industriale del nostro Paese”.

Il 25 settembre si vota: dopo la rottura con il 5 Stelle, un “campo largo” che si è ristretto per Letta e un centrodestra che correrà davvero unito come in questi giorni si sente ripetere in continuazione?

“Io credo che si debba lavorare per un “campo medio largo” ed auspico Pd + Azione, dove non ci può essere spazio per certi opportunisti e populisti che si divertono con dichiarazioni solo di propaganda politica, come sempre interessati ad occupare poltrone. Vediamo il divenire e se veramente il centrodestra correrà così unito”.

 

Redazione
© Riproduzione riservata
28/07/2022 08:43:39


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