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Mondo Politica: intervista a Paolo Pompei consigliere comunale a San Giustino
"Le associazioni cittadine stanno svolgendo un ruolo fondamentale per il paese"
Consigliere comunale a San Giustino per la terza volta e con tre sindaci diversi. Paolo Pompei, che siede sugli scranni della maggioranza di San Giustino Domani, ha alle spalle una legislatura con primi cittadini Daniela Frullani e Fabio Buschi e dal 2019 è tornato con la vittoria di Paolo Fratini. Fra gli incarichi assegnati, quello di delegato ai rapporti con le associazioni e di presidente della commissione servizi sociali.
Pompei, cosa ha di diverso questa esperienza rispetto alle due precedenti?
“Se non altro non è più una “prima volta”. Quello precedente era per me un mondo ancora sconosciuto, poi ho continuato a rimanere nell’ambito del sociale, che è una proposta trainante e quindi mi sono costruito il necessario bagaglio di esperienza. Quando sono stato consigliere con sindaci Daniela Frullani e Fabio Buschi ho avuto l’esperienza anche con le partecipate: Multiservice e Aimet, della quale sono stato anche vicepresidente. Stavolta è quindi un discorso diverso anche per i tanti lavori e progetti messi in campo dall’attuale amministrazione: è insomma un impegno continuo in un mondo che rispetto a qualche anno fa è cambiato. Vi sono nuove regole e i Comuni non beneficiano più delle risorse che avevano un tempo”.
Avere la delega ai rapporti con le associazioni comporta qualche problema di gestione della situazione?
“Diciamo che la questione è più semplice di quanto si possa immaginare. Io possiedo la delega – questo è vero – ma ci sono anche un assessore al sociale e uno alla cultura, con i quali vado molto d’accordo. A semplificare i compiti provvedono poi le associazioni stesse, perché lavorano benissimo e noi siamo molto fieri di questo: grazie ad esse e al loro attaccamento al paese, si è creata una rete molto forte a San Giustino. Semmai, in questo difficile momento cerchiamo di capire le necessità delle singole realtà, specie quando si tratta di gestire strutture di proprietà comunale come ad esempio il palazzetto dello sport e il Cva. In questo caso è meno semplice, perché il mondo – come detto – è cambiato: vi sono bandi e solo attraverso questi arrivano i contributi statali. Sento allora il dover di ringraziare per l’impegno sia gli assessori che gli addetti degli uffici comunali”.
Lei presiede la commissione comunale servizi sociali. Quanto è stato fatto e quanto ancora occorre fare su questo versante?
“San Giustino è sempre stata un fiore all’occhiello sotto questo profilo. Le associazioni – con l’aiuto dei cittadini – tengono in piedi il tessuto: c’è una continuità che viene da lontano e che va avanti. Abbiamo belle realtà che operano da tempo e altre che sono nate durante la pandemia: questo ci fa molto piacere”.
Come procede il confronto in consiglio comunale? Il clima è disteso, oppure vi sono tensioni?
“Per ciò che riguarda l’ambito del sociale, i rapporti con la minoranza sono ottimi. Sono presidente di una commissione nella quale vi sono per la minoranza Fabrizio Croci ed Elena Nocchi. Il dialogo è sempre tranquillo e loro stessi mi suggeriscono a volte idee da tenere in considerazione. A livello generale, non regna la contrapposizione classica che uno può immaginare: c’è qualcuno – questo è vero - che manifesta intenzioni più battagliere, ma nella sostanza si dialoga bene”.
Chi vorrebbe che fosse eletto Presidente della Repubblica?
“Sono sincero: vedrei bene la rielezione di Sergio Mattarella, ma lui ha già detto di no da tempo. E vi vedrei bene anche Mario Draghi, ma se quest’ultimo diventasse Capo dello Stato salterebbe il governo. È un rebus complicato, ma può darsi che ci scappi anche la sorpresa al momento non preventivata”.
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