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Due piloti della Speed Motor nella "top ten" della Cronoscalata della Castellana

Sesto posto assoluto per Angelo Marino e decimo per Gianni Urbani

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Con due suoi piloti nella “top ten”, si può benissimo parlare di bilancio positivo per la Speed Motor nella 48esima edizione della Cronoscalata della Castellana, finale del Trofeo Italiano di Velocità in Montagna 2021. Il sesto posto di Angelo Marino e il decimo di Gianni Urbani chiudono più che degnamente la stagione delle salite per la scuderia di Gubbio, anche quest’anno fra le protagoniste della specialità. Due prestazioni in fotocopia sui 6190 metri del tracciato orvietano (2’55”04 in gara 1 e 2’55”39 in gara 2) alla guida dell’Osella Pa 2000 del team Paco 74 hanno consentito ad Angelo Marino di piazzarsi sesto con un tempo aggregato di 5’50”43, a meno di un secondo dal diretto avversario Luigi Fazzino sulla stessa vettura. Per il pilota salernitano, un quinto posto nel gruppo E2-SC e un secondo in classe 2000 dietro al già citato Fazzino. “E’ andata abbastanza bene e sono soddisfatto – ha commentato Marino - anche se il sabato è mancata un manche di prova a causa del fondo bagnato, che ci ha impedito di aggiustare un’auto un po’ in difficoltà con le gomme. C’era bisogno di apportare delle regolazioni che non abbiamo potuto fare, ma il tempo è uscito ugualmente e questa macchina davvero mi piace”. Per Gianni Urbani, un secondo posto più che onorevole in CN e in classe 2000 con l’Osella Pa 21 S dietro al fresco campione d’Italia del gruppo, Francesco Leogrande sempre su Osella Pa 21, nei confronti del quale ha però contenuto il distacco: 3’08”54 (a 1”12 dal pugliese) nella crono del mattino e 3’07”26 (a 2”58) in quella pomeridiana, per un totale di 6’15”80 e con un ritardo complessivo di 3”70. “Ho commesso qualche errorino in gara 2 – ha dichiarato Urbani – ma credo che sarebbe stato ugualmente difficile stare davanti a Leogrande, che ha dimostrato di avere un passo più veloce. Dopo i problemi palesati a Verzegnis e a Gubbio, l’auto è andata molto meglio: nel verificare quali problemi avesse, perché perdeva potenza, ho scoperto che aveva rotto il variatore di fase ed ecco spiegato il motivo per cui mi era venuta a mancare una 40ina di cavalli. Il piazzamento a Orvieto mi gratifica, anche se non sono riuscito a far registrare la mia migliore prestazione di sempre alla Castellana, perché in passato avevo fatto 3’06”, ma va benissimo così”. Protagonista mancato, che avrebbe potuto consentire alla Speed Motor di dire la sua anche nella conquista della coppa per scuderie, è stato il “driver” di casa, Michele Fattorini con la Lola B99/50 del Team Dalmazia, che era ottavo in 2’56”11 al termine di gara 1, poi non è ripartito. “Avevamo un problema meccanico che ci aveva attanagliato anche nelle prove del sabato – ha precisato Fattorini – per cui ho disputato in qualche maniera gara 1, impiegando un tempo alto e con il rischio di fermarmi, poi ho saltato gara 2 perché non era il caso di riprovarci”. Quarto posto nella classe 1000 della E2-SS per l’orvietano Luca Giovannoni, che per la prima volta era al volante della Wolf GB08 Thunder: 3’17”90 e 3’14”14 (6’32”04 nella somma dei tempi) i numeri delle sue performance, comunque buone. Passando alle vetture turismo, da rimarcare il terzo posto di Gianluca De Masi nella classe 2.0 della Racing Start Plus con la Bmw 318I Coupè: un podio che lo spezzino si è costruito con il 3’57”81 di gara 1 e il successivo 3’55”18, per un complessivo di 7’52”99. Positivo, considerando la sua veste di esordiente, il quinto piazzamento di Samuele Pazzaglia con la Mg Zr105 nella classe 1.4 della Racing Start (4’27”55 e 4’26”04, con somma pari a 8’53”59), mentre Sauro Rossi su Peugeot 106 si è classificato nono nell’affollata classe 1.6 – ancora della Racing Start – con i responsi di 4’14”30 e 4’15”11, dai quali origina l’8’29”41 finale. Sfortunato, infine, l’unico pilota della Speed Motor fra le storiche: l’eugubino Eric Nicchi con l’Alfa Romeo Giulia nella classe T1300 del II Raggruppamento. Reduce da buone prestazioni nelle prove, Nicchi è stato tradito dal fondo dell’asfalto (probabilmente c’era qualche macchia di olio) nella “esse” che si trova intorno a metà percorso - e che è stata fatale anche per altri concorrenti - finendo con la vettura in un terrapieno nel corso di gara 1. Per lui, un amaro epilogo di stagione che tuttavia non scalfisce il titolo tricolore conquistato in campionato nella sua cilindrata.

Nella foto: Angelo Marino in azione nella Cronoscalata della Castellana 

Redazione
© Riproduzione riservata
26/10/2021 05:38:27


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