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Mondo Politica: intervista a Filippo Polcri consigliere comunale a Sansepolcro

"Viviamo un momento storico favorevole al centrodestra"

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È un’altra “new entry” in assoluto all’interno del consiglio comunale di Sansepolcro: Filippo Polcri, 42 anni, eletto nella lista Partito Democratico-InComune e quindi membro di minoranza dell’assise di Palazzo delle Laudi. Sposato con tre figli, nella vita professionale è infermiere e responsabile degli infermieri del distretto sanitario Valtiberina della Asl Toscana Sud Est, ma è conosciuto anche nell’ambito dello sport, dapprima come giocatore e ora come direttore sportivo della Pallavolo Sansepolcro. Prima di lui, è stata la sorella Chiara a vivere una importante esperienza politico-amministrativa come assessore del Comune biturgense nella giunta guidata da Dario Casini.  

Polcri, è rimasto piacevolmente sorpreso dalla sua elezione, oppure le indicazioni erano abbastanza chiare?

“La mia candidatura è intanto nata da un colloquio con Andrea Laurenzi nella fase che ha dato il via alla campagna elettorale, quindi non vi era nulla di programmato, però ha fatto leva su una passione per la politica che coltivo da tempo e che fa parte del dna della mia famiglia. Il programma elettorale della coalizione di Laurenzi ha attirato la mia attenzione e quindi è iniziato il percorso che mi ha portato a scendere in campo. La campagna elettorale è stata entusiasmante: mi ha dato visibilità e il fatto di essere conosciuto nell’ambiente professionale e sportivo è stato determinante per la mia elezione, che comunque rimane un ottimo risultato personale, perché un conto è pensare – come avevo fatto – a un buon esito, un altro conto è riuscire ad essere eletti in un lista come quella di Pd-InComune, dove di candidati importanti ce n’erano diversi. Peccato, però, che Laurenzi non ce l’abbia fatta”.

Che lettura ha dato al risultato elettorale di Sansepolcro?

“Come nelle competizioni sportive, si gioca sempre per vincere e noi sapevamo di dover rincorrere, perché la sommatoria dei risultati del centrodestra non ci dava ragione. Qualcosa abbiamo aggiunto, perché Laurenzi è passato da 3277 a 3610 voti, però il calo fisiologico contenuto che si è verificato al ballottaggio non ci ha di certo avvantaggiato. E poi, c’è un risultato del quale dobbiamo prendere atto: Fabrizio Innocenti ha vinto in quasi tutte le sezioni e la sua prevalenza è stata spalmata in forma omogenea, senza cioè concentrazioni. Questo gli legittima in pieno il successo”.

Le ragioni della sconfitta di Andrea Laurenzi?

“Bella domanda! È difficile, almeno in questo momento, poter individuare una motivazione chiara: semmai, occorrerà un’attenta valutazione su ciò che è stato fatto e soprattutto sugli errori che non dovranno eventualmente essere ripetuti. D’altronde, è stata portata avanti un’ottima campagna elettorale e sulla squadra nulla da eccepire. Di cosa rimproverarsi? Evidentemente, è un momento storico-politico favorevole al centrodestra, come anche testimoniato dalle precedenti elezioni regionali”.

Che cosa può significare la storica uscita dal consiglio comunale della sinistra e anche quella del Movimento 5 Stelle?

“C’è un gran dispiacere da parte mia per la non rielezione di Catia Giorni del 5 Stelle, che bene aveva lavorato all’opposizione, così come per la componente di “Insieme Possiamo”. Quando vengono a mancare forze politiche contraddistinte da impegno, dedizione e coerenza per la città, è sempre un motivo di rincrescimento. Sono purtroppo due voci in meno nel dibattito consiliare e quindi anche due contributi in meno”.

È consapevole del ruolo che l’attende nell’opposizione consiliare di Sansepolcro?

“Sono un esordiente assoluto e quindi dovrò inizialmente fare affidamento su chi ha più esperienza di me, però parto dal presupposto che l’opposizione debba svolgere una funzione costruttiva e non di barricata. È un dovere anche morale nei confronti di quella bella fetta di cittadini che comunque hanno votato per Laurenzi e per la sua coalizione, per cui dobbiamo adoperare grande senso di responsabilità. E se poi è vero che tutti indistintamente amiamo la nostra città, dobbiamo avere il coraggio di batterci per le giuste cause e appoggiarle se le riteniamo valide, senza guardare da chi proviene la proposta. L’obiettivo del bene comune non deve aver barriere; comunque sia, ho intenzione di impegnarmi in forma attiva”.

Anche per la sanità, che è il suo ambito professionale? E di cosa c’è bisogno in Valtiberina per risolvere i problemi socio-sanitari?

“Bisogna lavorare su due fronti che sono interdipendenti. Da una parte c’è l’ospedale di zona, dall’altra il territorio. Per ciò che riguarda il primo, c’è la necessità di rivalutare il presidio di Sansepolcro, che ha carenze non dal punto di vista della struttura ma delle professionalità, quindi occorre fare in modo che recuperi attrattività da parte sia dell’utenza che dei professionisti stessi. C’è il grosso rischio che i numeri non sostengano le attività. Relativamente al territorio, occorre giocare la partita dell’autonomia del distretto sanitario, voluta per ora da tutte le giunte comunali e avallata da quella regionale; deve però essere un’autonomia effettiva e non di facciata, tanto più che siamo la vallata della regione che ha il tasso più elevato di anzianità, quindi la rete di servizi territoriali deve essere efficiente. Altro aspetto rilevante è quello dell’integrazione socio-sanitaria, sempre in rapporto ai bisogni e alle esigenze della popolazione”.    

Redazione
© Riproduzione riservata
21/10/2021 09:04:24


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