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Green Pass, dietrofront della Lega. La maggioranza ritira gli emendamenti alla Camera

Salvini insiste: pronti a votare anche proposte di Fratelli d’Italia

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Tutti i partiti della maggioranza, compresa la Lega, hanno ritirato gli emendamenti al dl green pass all'esame dell'Aula della Camera. Lo rendono noto fonti parlamentari spiegando che a questo punto il governo non porrà la fiducia. La Lega otterrebbe che un ordine del giorno sui tamponi gratuiti salivari verrà presentato dalla maggioranza al decreto Green pass (secondo quanto si apprende dopo che tutti i gruppi che sostengono il Governo hanno deciso di ritirare gli emendamenti). «Noi abbiamo dimostrato buona volontà, togliendo tutti i nostri emendamenti e trasformandoli in ordine del giorno. E' chiaro che se ci bocciano le proposte voteremo di conseguenza», ha spiegato Matteo Salvini. «Se ci sono emendamenti che noi condividiamo da chiunque arrivino noi li sosteniamo», ha risposto il leader della Lega a chi gli ha chiesto se la Lega sia pronta a votare le proposte di modifica presentate da FdI. «Sulla base di quante nostre proposte saranno accolte valuteremo di conseguenza, ma non è mai stata in discussione la nostra fiducia al governo e a Draghi. Se ci bocciano le nostre proposte voteremo contro. Il Parlamento è fatto per parlare e per discutere». «Visto che si tratta della salute, del lavoro e della scuola e della vita degli italiani, se ci sono proposte che noi condividiamo, da chiunque arrivino, noi le sosteniamo». «Stiamo lavorando per garantire salute, lavoro e libertà agli italiani. Quindi stiamo insistendo sui tamponi gratuiti, soprattutto per i minori, i disabili, per le famiglie con figli che non possono spendere 30 euro a tampone», ha detto Salvini, «per garantire il diritto alla scuola e anche all'università per tutti grazie alle centinaia di docenti universitari che stanno invitando a evitare discriminazioni nelle aule, perché il diritto allo studio riguarda tutti. E ribadiamo il no a qualsiasi tipo di obbligo visto che gli italiani, già 40 milioni, hanno volontariamente, liberamente e positivamente scelto. Siamo tra i paesi più vaccinati d'Europa, senza parlare di chiusure come fa il ministro Speranza, gettando nello sconforto gli italiani che invece meritano di più». 

Per Mario Draghi è un successo, perché le trattative per scongiurare gli emendamenti erano andate avanti fino a ieri sera, anche se la Lega aveva fatto notare che erano solo cinque. Lo stesso ministro Giorgetti aveva certificato che si andrà verso una nuova estensione del passaporto sanitario. Una linea opposta a quella cavalcata da altri esponenti del partito di via Bellerio come Borghi che in caso di fiducia minacciavano - e insieme a lui perlomeno un'altra decina di deputati - contro l'esecutivo. Ma il presidente del Consiglio puntava a scongiurare uno scontro interno al governo, e ci è riuscito. Nella Lega, voci critiche restano forti. «Ritirati emendamenti maggioranza. A seguito di ciò il governo ha detto che non ci sarà fiducia e si potrà discutere in aula il decreto green pass. Mi sembra doveroso per un minimo rispetto al Parlamento», scrive in un tweet il leghista Claudio Borghi, presidente della Commissione Bilancio di Montecitorio.

Draghi è concentrato sull'organizzazione di un G20 straordinario sull'Afghanistan, oggi ha in programma la video call con il presidente cinese Xi Jinping. E per ora non ha convocato neanche la cabina di regia, anzi è possibile che una riunione dei rappresentanti delle forze politiche al governo si possa tenere la prossima settimana. Per portare a casa il decreto in Aula ed arrivare poi all'estensione del green pass anche nei luoghi di lavoro. Per l'allargamento sull'utilizzo del passaporto sanitario si prevedono quindi tempi più lunghi anche se il ministro Speranza ha assicurato che si arriverà presto in questa direzione. Oggi da Draghi si è recato il segretario della Cgil, Landini. Si e' discusso - hanno spiegato da palazzo Chigi - «delle prospettive dell'economia in vista dei prossimi mesi e delle principali questioni legate al tema del lavoro». La richiesta delle sigle sindacali è che siano le aziende a farsi carico del costo dei tamponi.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
07/09/2021 13:47:49


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