Scostamento da 40 miliardi: il Cdm rinvia la decisione, Draghi vedrà i partiti sul Recovery
Si attende il Documento di economia e finanza
Lo scostamento di bilancio per finanziare il decreto Sostegni bis per le imprese sarà di circa 40 miliardi, ma verrà approvato insieme al Def, probabilmente domani. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, nel corso del Consiglio dei ministri di questa mattina ha proposto di utilizzare un extra deficit di 40 miliardi ma si è deciso di attendere il quadro del Documento di economia e finanza per approvare tutto insieme. Cinque dei 40 miliardi dello scostamento confluiranno in un fondo ad hoc che da qui a sei anni sarà alimentato con risorse dello Stato per finanziare le opere escluse dal Pnrr. Progetti «meritevoli», li ha definiti il ministro Daniele Franco, ma rimasti fuori dal Recovery plan perché non soddisfano i criteri delle regole europee o perché troppo costosi per rientrare nei 191 miliardi riservati dall’Europa all’Italia.
Draghi chiama i partiti sul Recovery
Intanto, il presidente del Consiglio Mario Draghi avvierà domani un giro di consultazioni con i partiti, per discutere del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Decreto Sostegni bis. Il calendario, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, dovrebbe svilupparsi tra domani e lunedì e comprendere anche le forze all'opposizione. La scansione delle convocazioni dovrebbe essere questa: Lega e M5s domani, Pd e Fi venerdì, lunedì Leu, Iv e Fdi.
Europa pronta a finanziare 45 miliardi a luglio
«E' molto realistico» prevedere che gli Stati membri che si vedranno approvare per primi i piani nazionali di ripresa e resilienza potranno ricevere il pre-finanziamento del Next Generation Eu, pari al 13% dell'ammontare, a luglio. Lo ha detto il commissario europeo al Bilancio, Johannes Hahn. La logica per erogare i fondi è quella del «chi prima arriva, prima è servito», ha detto Hahn. Il 13% del pre-finanziamento ammonta complessivamente a circa 45 miliardi. I Paesi sono chiamati a presentare i piani entro aprile e toccherà poi a Commissione e Consiglio Ue valutarli.
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