Sequestro di persona, rapina ed estorsione: sgominata una baby gang nel Catanese
Le indagini dei carabinieri avviate dopo la denuncia e la collaborazione delle vittime
I ragazzi terribili di Riposto non si fermavano davanti a nulla. E quando qualcuno si metteva di traverso e si ribellava alle loro azioni, loro agivano come una consumata banda mafiosa. Ma non era una cosca, bensì una violenta baby gang fatta di, almeno, sei ragazzi, quasi tutti minorenni. La procura della Repubblica e e quella per i minori di Catania hanno portato a termine un’indagine cominciata l’estate scorsa e con i carabinieri della compagnia di Giarre, a nord del capoluogo, hanno notificato un’ordinanza di misure cautelari emessa dal gip di Catania: per cinque di loro è stato disposto il collocamento in comunità, sono quattro ragazzi ancora minorenni e uno appena diciottenne che però era anch’egli minore all’epoca dei fatti. Per quest’ultimo è stato anche disposto l’obbligo di presentazione in caserma per due volte al giorno e l’obbligo di tenersi a non meno di 500 metri di distanza dalla vittima. Ad una sesta persona è stato notificato l’avviso di conclusione indagine e l’elezione di domicilio. Le accuse sono, a vario titolo, di sequestro di persona, rapina aggravata, estorsione aggravata.
La vittima “principale” è il gestore di un luna park di Riposto, comune marinaro attaccato a Giarre, che il gruppo aveva preso di mira. Uno di loro, era il luglio dello scorso anno, aveva avuto un alterco con l’uomo e aveva chiamato gli altri, alcuni però non sono stati ancora identificati, per dargli una lezione. Il gestore fu minacciato, obbligato a seguirli in una località appartata e li schiaffeggiato e costretto a inginocchiarsi per chiedere scusa. È solo l’episodio più eclatante e violento, visto che altre denunce di episodi simili erano arrivate ai carabinieri, perché la baby gang aveva questo modus operandi, fatto di violenza, spintoni e schiaffi, anche “nei confronti dei più giovani membri della famiglia”, e “sull’intimidazione derivante anche dall’appartenenza a già noti ambienti criminali ripostesi”. I quattro minorenni, e il ragazzo appena diventato maggiorenne, sono stati affidati ad altrettante comunità, in cinque diverse province della Sicilia: Agrigento, Caltanissetta, Messina, Ragusa, Siracusa.
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