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Per Mps l'ultima chance è Unicredit

Siena punta sulle nozze, oppure scatta l'aumento da 2,5 miliardi. Il nodo della Bce

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Senza fusione per Mps si aprirà un'altra stagione di aumenti di capitale, ovviamente in larga parte a carico dei contribuenti considerato che il Tesoro controlla il 64,2% dell'istituto senese.

Il cda di Rocca Salimbeni ieri ha approvato il capital plan da sottoporre alla Bce che, informa una nota, «è stato predisposto avendo presente l'obiettivo di trovare una potenziale soluzione strutturale per la Banca, inclusa un'operazione di M&A con un partner di primario standing».

Nel caso in cui il Monte non dovesse riuscire a realizzare «una soluzione strutturale», inclusa una fusione, «in un orizzonte di breve/medio termine», sarà necessario varare «un rafforzamento patrimoniale di 2,5 miliardi di euro che, se realizzato, è previsto avvenire a condizioni di mercato e con la partecipazione pro-quota dello Stato italiano (dunque per 1,6 miliardi)». La banca, guidata dall'ad Guido Bastianini, «si potrebbe trovare al di sotto delle soglie patrimonali regolamentari, intaccando il Capital Conservation Buffer (il 2,5% del totale attivo) a partire dal 31 marzo 2021 e fino al perfezionamento» del rafforzamento patrimoniale ipotizzato nel terzo trimestre. Lo shortfall, precisa il Monte, rientra «all'interno delle flessibilità di utilizzo consentite dalla Bce in funzione anticrisi (è utilizzabile fino al 5,3% del cuscinetto di liquidità; ndr).

Ovviamente la definizione delle misure di rafforzamento sarà esplicitata al termine del confronto con la Bce e con la Vigilanza comunitaria anche se, in base alle indiscrezioni circolate, una terzo circa dei 2,5 miliardi dovrebbero essere reperiti con l'emissione di un bond Additional Tier 1 (obbligazioni perpetue assimilabili a capitale) e il resto con un aumento che dovrebbe essere comunque varato come «dote» per l'eventuale acquirente. Pur non chiudendo all'ipotesi stand alone, la nota di ieri evidenzia la stringente necessità di un'aggregazione, obiettivo al quale lavorano gli advisor Mediobanca e Credit Suisse.

L'avvicendamento tra Jean-Pierre Mustier e Andrea Orcel in Unicredit, però, potrebbe allungare i tempi dell'integrazione con quella che, soprattutto a Via XX settembre, è vista come l'unica ancora di salvezza (anche se Del Vecchio e Fondazioni socie non gradiscono il merger con Siena). Tuttavia, proprio ieri il presidente della Vigilanza della Bce, Andrea Enria, non ha posto particolari obiezioni a un'eventuale operazione di M&A. «Non è compito della Vigilanza organizzare matrimoni - ha detto - ma posso dire a livello generale che il consolidamento a livello Ue può aiutare la sostenibilità di alcuni business model: per diverse banche può essere una soluzione». L'Eurotower si aspetta che le banche proseguano la trasformazione indotta dalla pandemia, tagliando costi del personale e delle filiali. La prima

Notizia e foto tratte da Il Giornale
© Riproduzione riservata
30/01/2021 06:11:47


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