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Città di Castello: disagi agli uffici postali, interpellanza di Castello Cambia

I consiglieri Bucci e Arcaleni chiedono anche un coinvolgimento dei parlamentari del territorio

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I consiglieri di Castello Cambia Vincenzo Bucci ed Emanuela Arcaleni chiedono con una interpellanza che il sindaco Luciano Bacchetta si faccia interprete nei confronti della Direzione Regionale delle Poste Italiane “delle difficoltà dei cittadini ed in particolare dei pensionati, riscontrate negli uffici periferici e decentrati, al fine di verificare le carenze e programmare servizi, orari di apertura degli uffici, protezioni esterne per i cittadini che sono in attesa dei servizi postali degni di un servizio pubblico”. Gli esponenti della minoranza consiliare sollecitano inoltre il primo cittadino ad “avanzare una comunicazione alle Poste Centrali e ai Parlamentari del territorio per intervenire nelle sedi dovute per una programmazione del servizio diffuso nel territorio che garantisca efficienza e qualità”. Nel premettere che “l'avvento del Covid ha determinato una gestione dei servizi ai cittadini molto più difficoltosa derivate dai DPCM emanati a livello centrale”, Bucci e Arcaleni rilevano che “i cittadini che hanno scelto volontariamente per decenni il servizio postale per la riscossione dello stipendio o della pensione, il deposito e l’accredito del trattamento di fine-lavoro (T.F.R.), oggi si trovano in condizione di constatare  con amarezza e delusione come l’attività della ‘Posta’, nel tempo, si  sia trasformata da servizio al cittadino in un sistema attento più al profitto (sempre maggiore), al consumo  di servizi indotti  e spesso inutili, che ai diritti e alle esigenze degli utenti”. “Alcuni disservizi e le più importanti inadempienze sono state denunciate dai cittadini ed in particolare dai pensionati negli sportelli decentrati della Poste Italiane con particolari criticità specifiche”, segnalano i consiglieri di Castello Cambia, che, nel dare conto delle “aperture degli uffici postali e degli sportelli decentrati solo in alcuni  giorni della settimana, di mattina dalle ore 8,20 alle ore 13,45 dal lunedì al venerdì, il sabato dalle ore 8,20 alle ore 12,45”, sostengono come “l'organizzazione delle aperture e degli orari determini un maggiore numero di utenti in attesa del servizio con rischio di assembramento, di malattie da raffreddamento (data l’assenza di pensiline che proteggano dagli agenti atmosferici), a discapito soprattutto delle persone in età avanzata, fascia di  cittadini più presenti agli sportelli”. Bucci e Arcaleni richiamano l’attenzione sui principali disservizi lamentati dai cittadini, quali “la mancanza ripetuta di denaro liquido allo sportello; Banco Posta spesso fuori servizio; attesa estenuante a causa di pratiche finanziarie da espletare, le quali vanno a intralciare il regolare servizio offerto allo sportello e per le quali dovrebbe essere previsto personale specifico; chiusura alle 13,45 senza esaurire la lista di utenti in attesa già prima di tale orario”. Con particolare riferimento all’orario di conclusione delle prestazioni, gli autori dell’interpellanza propongono due soluzioni: “essendo questo servizio un diritto dell’utente, anche mantenendo lo stessa orario di chiusura, sarebbe necessario introdurre un prolungamento di orario (pagato) del dipendente, che soddisfacesse le esigenze degli utenti in attesa prima dell’orario di chiusura, ed esporre un avviso chiaro che l’ufficio chiuderà rigorosamente alle 13,45, anche in presenza di utenti in attesa”. “Nel rispetto del cittadino, particolarmente di colui che non può accedere ad altre fonti d’informazione, sarebbe doveroso da parte dell’amministrazione esporre in ogni Ufficio Postale un avviso che indichi agli utenti che abbiano compiuto 70 anni il diritto di  pagare le bollette e i bollettini postali (a loro intestati) versando una commissione di 0,70 euro, anziché 1,50 euro”, aggiungono Bucci e Arcaleni.

Redazione
© Riproduzione riservata
18/01/2021 15:53:00


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