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Nuovo insediamento di un allevamento avicolo a Petrelle: la questione finisce in consiglio comunale

Confronto tra il comitato del no e l'imprenditore a Città di Castello

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Le questioni relative all’insediamento a Petrelle di un allevamento avicolo biologico da circa 29 mila polli saranno approfondite attraverso una seduta nella commissione consiliare preposta, alla quale saranno invitati i rappresentanti del Comitato Ambiente Petrelle E Valminima e l’imprenditore interessato ad avviare l’attività. E’ quanto ha stabilito il consiglio comunale al termine della seduta straordinaria aperta di ieri, nella quale sono stati affrontati gli aspetti urbanistici e ambientali del progetto e si è registrata una generale condivisione dell’esigenza di focalizzare ulteriormente le valutazioni tecniche e politiche sulla vicenda. La riunione monotematica, convocata dalla presidente dell’assemblea Francesca Mencagli su richiesta di un quinto dei membri dell’assise per discutere la mozione presentata dal consigliere Marco Gasperi (Gruppo Misto), ha visto la partecipazione in collegamento audio-video anche i rappresentanti del Comitato Ambiente Petrelle E Valminima, che hanno espresso le preoccupazioni per l’impatto ambientale dell’allevamento, mentre l’amministrazione comunale, con il sindaco Luciano Bacchetta e l’assessore all’Urbanistica Rossella Cestini ha ribadito la priorità alla tutela della salute pubblica, ma anche la doverosa attenzione alle iniziative imprenditoriali che rispettino le leggi. A conclusione del dibattito, il consigliere Gasperi ha ritirato la mozione che chiedeva di “adottare in via cautelare interventi finalizzati a impedire la continuazione o l’evolversi di attività che presentano i caratteri di possibile pericolosità, per effetto di esalazioni, scoli e rifiuti, riguardanti gli allevamenti” e l’assise ha recepito la proposta di un ulteriore approfondimento in commissione sostenuta in particolare dal capogruppo di Fi Cesare Sassolini (Fi), dal capogruppo del Pd Mirko Pescari, dal capogruppo del Psi Vittorio Morani, dal capogruppo dei Democratici per Città di Castello Gaetano Zucchini, dalla consigliera Emanuela Arcaleni (Castello Cambia). “Sulla sostanza che l’insediamento non sia adeguato siamo tutti d’accordo, va individuata una forma che tuteli questa sostanza, ma anche i diritti dell’imprenditore, facendo un lavoro certosino che ci permetta di trovare una soluzione”, ha concluso il dibattito il sindaco Luciano Bacchetta, con il consigliere Gasperi che ha accolto la proposta, sottolineando: “mi interessa la condivisione, quindi ritiro la mozione e la porto in commissione se è ritenuto il percorso più idoneo, invitando in quella sede anche gli organi preposti e il titolare, che ha il diritto di manifestare le proprie idee”. “Dobbiamo lavorare a un confronto con l’imprenditore in commissione, in modo corretto, ma chiaro”, ha proposto Bacchetta, sottolineando: “occorre capacità di dialogo per fargli comprendere che non è il caso di fare questo insediamento, fermo restando che non possiamo costringere nessuno, ma solo invitare il nostro interlocutore a confrontarsi con noi, sperando che prevalga il buonsenso”.

Dibattito. Il consigliere Marco Gasperi ha illustrato la mozione, sottolineando la richiesta che l’amministrazione intervenga, “in considerazione del fatto che gli allevamenti animali sono da sempre considerati industrie insalubri, specie se insistenti in zone residenziali o comunque abitate, e che l’attività in questione andrebbe a impattare dal punto di vista ambientale, culturale, economico e turistico”. Il consigliere ha, quindi, richiesto di “avviare relativamente alle emissioni odorigene e polverulenti, delle procedure volte ad accertare con scrupolo e precisione, l’origine, l’entità, l’eventuale pericolosità, la conformità alle norme di settore di tali ed inevitabili emissioni e a svolgere eventuali verifiche”; “una rivalutazione tecnica e giuridica circa l’utilizzo di apparati di reti mobili per la gestione del razzolamento”; “una valutazione tecnica, sanitaria e giuridica circa il rischio di formazione di focolai, derivanti da virus dell’influenza aviaria”; “effettuare nel più breve tempo possibile una valutazione di impatto economico che ricomprenda le eventuali perdite di valore degli immobili dei residenti nella zona, i mancati introiti delle attività turistico-ricettive e tutti gli aspetti legati all’impatto che si registrerebbe con l’insediamento di questa nuova attività”. Per conto del Comitato Ambiente Petrelle E Valminima, l’avvocato Valeria Passeri ha sostenuto che insediare “un allevamento intensivo di 28.943 capi avicoli in un’area come quella di Petrelle ricca dal punto di vista culturale e paesaggistico significa svendere in maniera immeritata questo territorio”. Il legale ha ricordato le diffide inviate a Comune e Regione, sottolineando la convinzione che il progetto non possa superare la  l’Autorizzazione Unica Ambientale, perché il problema resta lo spazio disponibile per i circa 30 mila polli previsti. “Il progetto così com’è non è autorizzabile, anche perché dovrebbe essere sottoposto a valutazione di impatto ambientale, trattandosi di un nuovo impianto”, ha sostenuto Passeri, affermando che “la Regione dovrebbe tener conto della salute pubblica, delle abitazioni vicine, delle emissioni e del traffico. “Chiedo che il Comune si ravveda sui permessi che ha emesso”, riferendosi alle recinzioni mobili e al ponte su uno dei corsi d’acqua. Il presidente del comitato Luigi Castori, ha evidenziato che “un allevamento avicolo come quello previsto a Petrelle potrebbe creare attraverso la pollina un problema di inquinamento atmosferico legato alla formazione di polveri sottili in grado di causare gravi problemi all’apparato respiratorio, ma anche inquinare le acque superficiali e le falde acquifere, attivare focolai infettivi, soprattutto per l’influenza aviaria, peggiorare la qualità di vita dei residenti, principalmente per le emissioni odorigeno e l’inquinamento acustico derivante dai trasporti”. “Nelle Marche ci sono state prese di posizione di sindaci contro aziende che avevano tutti i permessi, per cui invito a dire un forte ‘no’ a questo allevamento e tutelare la salute degli abitanti di Petrelle e della Valminima”, ha concluso Castori. Marta Cerù, segretaria del comitato, ha posto il problema dell’impatto economico sulle diverse imprese agrituristiche della zona, “che promuovono il relax e le bellezze paesaggistiche sui cui fanno perno anche le campagne pubblicitarie della Regione”, sottolineando anche come un allevamento come quello prospettato “non salvaguardi la biodiversità del territorio”. “Invito chiunque abbia firmato le autorizzazioni a venire a vedere la rispondenza del progetto alle caratteristiche del territorio, ad esempio per le recinzioni mobili, che sulla carta sono ineccepibili ma nella realtà sono del tutto fantascientifiche”, ha detto Cerù. Per conto dell’amministrazione comunale è intervenuto l’ex responsabile del Servizio Edilizia Privata Antonio Coletti, che ha ricordato come il comitato abbia ricevuto tutti gli atti redatti dall’amministrazione comunale e firmati dai tecnici preposti. Coletti ha spiegato che i procedimenti autorizzativi seguiti dall’amministrazione abbiano riguardato il permesso di costruire per la ristrutturazione e la rifunzionalizzazione dei capannoni e il permesso di costruire per la sistemazione del ponte su uno deiu corsi d’acqua nella zona finalizzato all’ampliamento allevamento. “Si è proceduto a un esame con due conferenze dei servizi istruttorie e una decisoria, con tutti i soggetti preposti”, ha chiarito il tecnico, che ha dato conto dell’esito positivo delle procedure con le due autorizzazioni nel corso del 2020. Coletti ha ricordato che su sollecitazione anche del Comune la Regione abbia  ritenuto che l’impianto non potesse essere assoggettato a valutazione ambientale preliminare, rispondendo ai parametri di legge per l’insediamento in deroga dell’attività. “Abbiamo adottato tutte le precauzioni per poter mettere questo impianto in sicurezza dal punto di vista del rispetto della normativa, poi sarà necessario il monitoraggio una volta insediata l’attività”, ha spiegato Coletti, rimarcando che l’amministrazione abbia affrontato le problematiche ambientali come primo problema ed abbia esaminato anche le questioni relative alla viabilità. L’assessore all’Urbanistica Rossella Cestini ha ricordato come il Comune abbia “opposto un diniego al primo progetto di realizzazione dell’allevamento avicolo e che successivamente ci sia stato un minuzioso lavoro degli uffici per imporre le prescrizioni necessarie”. “Ci siamo sempre relazionati con la popolazione, perché siamo dalla parte dei cittadini e condividiamo le preoccupazioni per l’impatto che questa attività può avere in una realtà così bella, che anche noi vorremmo tutelare nel migliore dei modi, insieme alla salute pubblica”, ha detto Cestini, che ha aggiunto: “apprezzo che si sia stato costituito un comitato popolare a tutela degli interessi della popolazione”. “La mozione di Gasperi non rispecchia le competenze del Comune, ma di altri soggetti come Usl Umbria 1, che ha già dato la propria autorizzazione, Arpa e agronomi che hanno fatto le proprie valutazioni”, ha evidenziato l’assessore che ha chiarito: “quello che può fare il Comune è verificare su carta per dare le autorizzazioni e nel momento in cui partirà il progetto fare stretti controlli e sollecitare i soggetti competenti affinché l’insediamento corrisponda a quello che è stato dichiarato”. A sottolineare “la necessità di trovare una soluzione in una situazione che ormai è troppo avanti” è stato il capogruppo di Fi Cesare Sassolini, che ha rilevato: “troppo è stato demandato agli uffici tecnici e poco il potere politico”. “Ciò che sostiene il comitato doveva essere preso in seria considerazione prima, con troppa leggerezza si è dato l’ok alla possibilità di creare un allevamento, che non è collocato adeguatamente nel contesto dove è previsto”, ha sostenuto l’esponente della minoranza, osservando: “le motivazioni dell’imprenditore sono legittime, l’amministrazione doveva impedire questo tipo di insediamenti attraverso il Prg”. “Questa amministrazione e questo consiglio comunale oggi dovrebbero valutare se proporre di delocalizzare a un soggetto che ha diritto di realizzare l’insediamento progettato in base alla legge o transare affinché chieda meno danni possibili nel caso in cui gli si impedisca di fare  quello che è stato autorizzato”, ha detto Sassolini, proponendo di “portare il confronto in commissione consiliare per  trovare una soluzione che faccia fare un passo indietro alla proprietà”. Nel contestare le autorizzazioni della Regione, dal Comune e dall’Usl Umbria 1, il consigliere Marcello Rigucci (Gruppo Misto) ha affermato: “non è stato valutato il danno per gli immobili del territorio, l’amministrazione invece ne dovrebbe tenere conto”. “La Regione non ha preso in esame il documento in cui la Provincia esprime seri dubbi sull’allevamento e non è vero che si possono consentire deroghe alle valutazioni ambientali”, ha aggiunto il consigliere, nel sostenere che “la salute del cittadino e l’ambiente non sono stati tutelati”. “Il fatto che la società rivendichi diritti non conta se c’è di mezzo la salute dei cittadini e questi sono animali portatori di patologie”, ha sostenuto Rigucci. Ricordando come la Lega abbia sempre sostenuto la popolazione di Petrelle contro l’insediamento dell’allevamento già dal 2017, il capogruppo del partito Giorgio Baglioni ha affermato: “la nostra posizione non è cambiata, anzi si è rafforzata, riteniamo infatti che la popolazione debba essere tutelata dal punto di vista della salute, in particolare per effetti della pollina e per i rischi di focolai di aviaria, per il traffico e per la svalutazione degli immobili”. “Chiederei all’azienda di trovare un’altra collocazione, lontano dai centri abitati e meglio collegata dal punto di vista infrastrutturale, se invece ritenesse di proseguire, nel momento in cui inizierà l’attività i responsabili dovranno renderne conto”, ha sostenuto Baglioni. Il capogruppo di Castello Cambia Vincenzo Bucci ha ricordato che “l’amministrazione in una riunione a Petrelle aveva dato rassicurazioni che avrebbe fatto tutto il possibile per non far avviare l’impianto, per cui ora riprendere la via politica è importante e il Comune è chiamato a confermare gli impegni assunti con i cittadini di Petrelle”. “Non è stato preso in considerazione fino in fondo l’aspetto socio-economico e ambientale derivante dall’impatto di questo nuovo impianto”, ha dichiarato Bucci, che ha parlato di “danni consistenti per il territorio”. “Non scarterei un ulteriore tentativo di coinvolgere la Regione a considerare di nuovo l’assoggettabilità a una valutazione di impatto ambientale del progetto”, ha proposto Bucci. Il capogruppo del Pd Mirko Pescari ha sostenuto: “l’unica cosa che ci può guidare è ciò che stabilisce la legge, di fronte ad un atto prettamente amministrativo, nel quale la politica non può dire sì o no”. “Io ritengo inopportuno questo allevamento di polli, che dubito sia economicamente sostenibile se si rispettano le prescrizioni imposte al progetto”, ha evidenziato Pescari, osservando: “ammesso che questa attività parta, compito dell’amministrazione sarà che quel lavoro fatto in sede di progettazione con l’individuazione delle prescrizioni necessarie continui con la verifica pedissequa che il progetto venga rispettato”. “Era certamente opportuna la valutazione di impatto ambientale, però più che richiederla alla Regione non potevamo fare”, ha chiarito Pescari, concludendo: “stasera non possiamo dire se fare o meno l’allevamento, ma l’atto in votazione ha contenuti che fissano principi capaci di condizionare lo sviluppo economico del territorio, per cui spero in un approfondimento in commissione e di non giungere al voto della mozione”. A definire “corrette le considerazioni sull’impatto ambientale dell’insediamento”, sottolineando “di non essere a favore del progetto” è stato il consigliere di Tiferno Insieme Vittorio Vincenti, che ha chiarito: “dal punto di vista tecnico l’allevamento avicolo ha ricevuto le autorizzazioni che derivano da un iter che ha seguito le regole”. “Se ci troviamo a discutere questo progetto è perché c’è stata una scelta politica che all’interno del Prg ha permesso che potesse essere proposto e questo è un problema concreto”, ha spiegato Vincenti, aggiungendo: “non mi sento di accusare gli uffici tecnici, ma eventualmente l’atto politico che attraverso il Prg ha permesso la possibilità di riaprire quello stabilimento dismesso”. Vincenti ha quindi affermato di non condividere la mozione posta in votazione. “Questa amministrazione sta seguendo la vicenda con molta attenzione e in modo trasparente”, ha detto il capogruppo del Psi Vittorio Morani,  che ha evidenziato: “non riteniamo soddisfacente questo insediamento dal punto di vista ambientale, ma non possiamo che rispettare la legge”. “Al Comune spetta la vigilanza continua su quanto verrà realizzato, altro non possiamo fare, se non operare perché i residenti non abbiano problematiche”, ha aggiunto, sottolineando: “sarei contento di fare un sopralluogo e sono d’accordo che la mozione venga commissione, altrimenti saremmo contrari in sede di voto”. Il consigliere del Pd Luciano Tavernelli ha sostenuto: “un’industria di prima classe come questa non è detto che sia inadeguata se non se ne dimostrano le caratteristiche di incompatibilità”. “Noi siamo stati chiamati a fare la nostra parte di carattere ambientale e urbanistico e su questo non ci siamo limitati a fare da passacarte con gli organi superiori, perché è nostro interesse che leggi e salute dei cittadini vengano rispettate”, ha spiegato il rappresentante della maggioranza. “Negli anni ottanta abbiamo fatti chiudere la porcilaia di Petrelle, è stata fatta una variante di salvaguardia nel Prg e continueremo a mettere tutte le prescrizioni obbligatorie per questa realtà”, ha ricordato Tavernelli, osservando: “se i lavori non sono stati iniziati è probabilmente per le prescrizioni applicate”. “L’impegno che dobbiamo prendere è di una verifica costante e di una costante informazione dei cittadini, anche attraverso la convocazione di una commissione, alla quale sono disponibile”, ha concluso. Il capogruppo dei Democratici per Città di Castello Gaetano Zucchini ha ribadito: “nessuno sottovaluta i rischi per l’ambiente e per la salute, ma ci sono normative di controllo e i servizi sanitari sono fortemente impegnati proprio sulla zootecnia”. “L’elemento sostanziale è che nonostante tutte le procedure autorizzative e normative siano state rispettate c’è l’aspettativa da parte del comitato che venga tutelato un luogo del cuore come Petrelle, adottando le precauzioni necessarie”, ha evidenziato il consigliere, che ha sottolineato come “l’amministrazione abbia svolto appieno il proprio ruolo”. “Proporrei l’istituzione di un tavolo di confronto, anche con la controparte, per verificare anche la possibilità di una trattativa”. “La mozione imbarazza, perché richiede una votazione per bloccare l’attività dell’allevamento e avviare verifiche che coinvolgerebbero molte attività produttive”, ha osservato Zucchini, ritenendo inaccettabile il documento e condividendo l’esigenza di un approfondimento. La consigliera di Castello Cambia Emanuela Arcaleni ha chiesto all’amministrazione “in che modo intende portare avanti i propositi espressi nel Prg di valutare attentamente l’impatto delle industrie insalubri”. “Bisogna far capire alla popolazione quali valutazioni sia state fatte dagli organi preposti”, ha sostenuto Arcaleni, condividendo l’esigenza di un passaggio in commissione della vicenda. “Sulla viabilità l’amministrazione ha la principale competenza, ma è stato considerato adeguatamente l’aspetto dell’impatto del traffico dei  mezzi pesanti e come è stato possibile che un allevamento zootecnico sia diventato avicolo?”, ha chiesto Arcaleni. Il capogruppo di Tiferno Insieme Nicola Morini ha osservato: “questo tipo di intervento appare sovradimensionato rispetto a un territorio come Petrelle e forse è venuta a mancare una risposta politica alla domanda ‘che tipo di sviluppo vogliamo per il nostro territorio?’, ma soprattutto nella fase delle osservazioni è sfuggita, a me per primo, la situazione di Petrelle e la possibilità che c’era di cambiare la prospettiva di quell’insediamento”. “Anch’io penso che votare la mozione all’ordine del giorno creerebbe una distanza che adesso non c’è negli intenti che sono stati espressi da tutti in consiglio comunale”, ha rilevato Morini, evidenziando la necessità di “dire alla popolazione che non li lasceremo soli e cercheremo di essere partecipi di un problema di cui ci dobbiamo assumere la responsabilità”. Il consigliere dei Democratici per Città di Castello Luciano Domenichini ha rimarcato che “i cittadini di Petrelle si ritrovano di nuovo davanti a una situazione penalizzante per il territorio, nei vecchi capannoni dove era stata condotta una battaglia per chiudere l’allevamento di suini”. “Si rischia ancora che venga deturpato un territorio bellissimo e l’amministrazione si ritrova con una vicenda difficile da risolvere, perché le normative non ammettono iniziative diverse”. “Mi auguro di cuore che non si creino due fronti contrapposti per cercare di risolvere il problema, perché serve una sinergia e mettere insieme idee per risolvere la problematica a favore dei cittadini”, ha sostenuto Domenichini. “Questa non è un’aula di tribunale, non dobbiamo parlare di norme, ma dobbiamo prendere posizioni politiche e non ci possono essere avvocati”, ha  eccepito il capogruppo di Fratelli d’Italia Andrea Lignani Marchesani, che sull’allevamento ha chiarito: “la trasformazione di porcili in allevamenti di polli si verifica anche altrove in Umbria, ma non è proponibile per la vallata di Petrelle”. “O optiamo per un accompagnamento vigilante dell’insediamento per fare in modo che ci sia meno impatto possibile, oppure si dia luogo sa una disobbedienza civile con una protesta alla quale non ho problemi a prestarmi, ma che non dipende dal consiglio comunale”, ha detto Lignani Marchesani. “Noi abbiamo già votato contro all’allevamento con la nostra contrarietà al nuovo Prg, al quale invece ha dato l’assenso la maggioranza, magari inconsapevolmente”, ha concluso. Il sindaco Luciano Bacchetta ha ammesso di essere “scettico per motivi morali sull’allevamento, come ho giò detto al diretto interessato, perché è un insediamento che porterà un legittimo guadagno all’imprenditore,  ma non porterà alcun beneficio, né alla popolazione, né al territorio”. “L’ho già invitato a fare un passo indietro”, ha riferito il sindaco, spiegando che “il problema vero non è il Prg, perché in quell’area era previsto un insediamento produttivo e non potevamo intervenire perché avremo alterato una realtà di fatto”. “La questione vera è sanitaria, ma lì c’è un’autorizzazione e l’Usl ha dichiarato accettabile un insediamento avicolo in quell’area, non il Comune”, ha aggiunto Bacchetta, affermando: “dobbiamo rispettare la legge, essere al fianco del comitato, capire come poter gestire la vicenda e sperare che l’imprenditore, fatti i conti, torni indietro, perché le prescrizioni che l’amministrazione ha posto sono molto stringenti a tutela della salute pubblica”.

Redazione
© Riproduzione riservata
06/01/2021 09:35:22


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