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Brexit, l'accordo raggiunto in extremis: dogane, controlli, fine dell'Erasmus

Dopo mesi di estenuanti trattative e a pochi giorni dal "no deal", le parti chiudono il tavolo

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Nove mesi di durissimi ed estenuanti duelli al tavolo di trattativa, rallentati e inframezzati dalla pandemia. Poi la stretta finale a poco più di una settimana dalla scadenza definitiva che sembrava preludere al no deal. Le strette di mano di fronte a una pizza condivisa sul tavolo in cui Ue e Regno Unito si sono affrontati fino a mercoledì a tarda ora, quando è scattato l'accordo presentato da Boris Johnson come una grande vittoria nazionalista ("possiamo riprendere in mano il nostro destino" e commentato dalla presidente della Commissione Ue, Ursula Von Der Leyen, con le parole laconiche "possiamo lasciarci la Brexit alle spalle". Ma cosa c'è dentro l'accordo che accompagna definitivamente la Gran Bretagna fuori dall'Unione europea

Dazi, viaggi, progetti di vita all'estero

Che la Brexit fosse cosa fatta era evidente già dallo scorso gennaio, quando diventava operativo l'accordo per il reciproco divorzio siglato dalle parti nell'autunno precedente. Questo nuovo documento però cerca di attutire il colpo e di addolcire le ricadute sia per il Regno Unito che per l'Unione europea in termini commerciali ed economici. E dunque: ecco un patto che mira ad evitare i dazi commerciali, mantiene viva la cooperazione nella ricerca scientifica, nel campo della sicurezza e delle iniziative culturali. Nel dettaglio andranno a modificarsi diversi servizi finanziari e soprattutto non sarà più possibile viaggiare e fermarsi a vivere in Gran Bretagna se non passando attraverso controlli molto più stringenti, stessa cosa varrà per i britannici nei restanti Paesi membri dell'Unione europea. Si moltiplicheranno i controlli doganali e sull'immigrazione. Le aziende dovranno adattarsi al nuovo regime doganale, resta da vedere quanto ampio sarà l'esodo già cominciato da molte di esse che hanno deciso di spostare le sedi altrove. 

Erasmus e turismo

Con la Brexit, la Gran Bretagna abbandona il programma interuniversitario Erasmus, gli studenti stranieri dal 2021 dovranno avere il visto e i costi universitari raggiungeranno picchi da 30 mila euro l'anno. Restano le condizioni attuali per chi già si trova a studiare nel Paese. Per andare a visitare la Gran Bretagna da turisti basterà il passaporto e non trattenersi più di tre mesi. Saranno agevolate certe ricerche di lavoro, dunque maglie dei controlli più larghe per chi farà ricerca e dottorato, blindature di ferro per chi cerca posto come fattorino, commesso o cameriere. Ancora sul fronte del lavoro, il visto sarà concesso solo a chi ha già una concreta offerta di lavoro e un salario futuro di almeno 26.500 sterline (pari a circa 28 mila euro).

I prossimi passi

L'accordo raggiunto fin qui e perfezionato con questi ultimi dettagli definiti mercoledì passerà ora per le ratifiche parlamentari, Westminster lo esaminerà entro il 30 gennaio mentre l'Europarlamento chiede più tempo e il suo presidente, David Sassoli, ha già detto che i lavori partiranno a gennaio. L'intesa sarà comunque efficace in modo provvisorio fino a conferma dei due organi parlamentari. I nazionalisti britannici che sostengono Brexit e Johnson parlano di vittoria britannica sul 40% delle questioni, di vittoria europea sul 20 e di un compromesso sul restante 40%. Ma anche in seno ai sovranisti britannici serpeggia il malcontento verso il premier, accusato di essere stato ambiguo e debole. Critiche che si uniscono a quelle della pessima gestione della crisi pandemica, con il Paese ai vertici in Europa per numero di morti da Covid-19, alle prese con i nuovi lock a causa della variante britannica del virus e con migliaia di Tir da far ripartire a Dover, mentre gli aeroporti si rimettono in moto dopo giorni di chiusura a causa del ripartire del contagio. All'orizzonte, il ritorno della voglia di indipendenza della Scozia, che però guarda con occhi interessati al resto dell'Ue. La prima ministra scozzese Nicola Sturgeon ha infatti immediatamente commentato su Twitter: "E' tempo che la Scozia diventi uno Stato sovrano, una nazione europea indipendente". 

Notizia e foto tratte da Il Giornale
© Riproduzione riservata
25/12/2020 10:03:55


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