Brexit, Merkel: "C'è ancora la possibilità di un accordo"
Intesa appesa a un filo ma c'è apertura
C'è "ancora una possibilità di raggiungere un accordo" sulla Brexit. Lo ha detto la cancelliera tedesca, Angela Merkel parlando al Bundestag. In vista dei colloqui serrati tra il premier britannico Boris Johnson, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, Merkel ha mostrato un cauto ottimismo su un'intesa commerciale post-Brexit. "C'è ancora una possibilità per un accordo", ha detto la cancelliera tedesca che detiene la presidenza di turno dell'Ue, ma ha avvertito: "Non dobbiamo mettere in pericolo l'integrità del mercato comune".
Un accordo "molto difficile", appeso al filo del "buonsenso" e di quei passi necessari a sciogliere gli ultimi 3 spinosissimi nodi irrisolti su cui per ora le due parti stentano a venirsi incontro. Ue e Regno Uniti rimangono al momento "lontani" - in attesa dello showdown politico finale affidato questa sera al faccia a faccia di Bruxelles fra il premier Tory, Boris Johnson, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen - dalla quadratura del cerchio di un trattato di libero scambio per il dopo Brexit: obiettivo residuo da agguantare per la coda per chiudere la partita di un divorzio comunque 'hard', ma almeno al riparo dai rischi di guerra commerciale e caos doganale d'un no deal vero e proprio. Un obiettivo su cui le parti non sono pronte a scommettere in queste ore - fra divergenze autentiche e avvertimenti tattici incrociati - ma su cui si allunga se non altro finalmente qualche segnale positivo. In particolare grazie all'intesa parallela "di principio" con cui oggi il commissario europeo Maros Sefcovic e il ministro britannico Michael Gove, copresidenti di una commissione mista, hanno superato lo scoglio relativo ai futuri confini dell'Irlanda del Nord. Definendo alcune "soluzioni" interpretative condivise dell'accordo di recesso sottoscritto l'anno scorso tali da convincere il governo Johnson a ritirare le parti più controverse di due disegni di legge interni (in primis l'Internal Market Bill, riproposto giusto lunedì sera dalla Camera dei Comuni in una versione integrale considerata inaccettabile dai 27) con cui Londra minacciava di rivendicare il potere di modificare unilateralmente i patti, in violazione del diritto internazionale, pur di blindare la sua sovranità sull'Ulster in caso di no deal commerciale.
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