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Mondo Economia: intervista all'imprenditrice biturgense Antonella Piccini

"La nostra economia variegata ci sta dando una piccola mano in un momento di crisi"

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Assieme al fratello Marco, ha preso da tempo la conduzione dell’azienda creata oltre 50 anni fa dal padre, Paolo, morto nel 2018. Antonella Piccini è dunque al timone delle aziende Piccini Paolo spa, Piccini Gestioni e Piccini Impianti: il 2020 che sta per concludersi è stato un anno condizionato dal Covid-19, ma anche un anno importante per le nuove basi gettate dal gruppo.

Piccini, le ripercussioni del Covid-19 si sono avvertite per voi soprattutto nella prima fase dell’ondata di pandemia?

“Per la nostra tipologia di attività, era inevitabile che il lockdown di marzo e aprile e maggio lasciasse il segno, specie dopo la determinazione del codice Ateco che ha diviso le attività fra essenziali e non essenziali. Il volume di veicoli che circolavano sulle strade si è sensibilmente ridotto (nei giorni festivi è stato nullo o quasi), per cui nella vendita dei carburanti abbiamo accusato perdite di incassi fino al 70%, con le conseguenze del caso, per esempio, nei due distributori al ponte sul Tevere di Sansepolcro: quello in direzione della città ha funzionato con il self service, quello in direzione di Arezzo è andato avanti con il personale ridotto e con la chiusura domenicale, perché di fatto non girava un’auto. Sotto questo profilo, quindi, abbiamo accusato il colpo, continuando tuttavia a lavorare su altri versanti, come il gpl da riscaldamento. D’altronde, abbiamo 15 impianti e la contrazione dei fatturati è stata elevata. Tengo però a precisare che la Piccini Paolo spa non ha mai usufruito della cassa integrazione: solo la Piccini Gestioni e la Piccini Impianti. Il periodo attuale non sarà certo di normalità piena, ma è anche vero che si circola di più”.

C’è stato un frangente nel quale la preoccupazione era salita?

“Dico la verità: io e mio fratello abbiamo subito provveduto a mettere in sicurezza l’azienda, beneficiando del fatto che possiamo contare su uffici di ampie dimensioni e il fatto che vi siano locali occupati da una sola persona ci ha facilitato il compito. Per il resto, abbiamo usufruito degli spazi al piano superiore, evitando riunioni e ingressi di persone; lo stesso personale era impossibilitato a fare lavori come quelli di officina, limitandosi alla sola manutenzione. Alcuni dipendenti hanno preso le ferie, altri hanno eseguito solo gli interventi consentiti. Con gli impiegati, abbiamo cercato di riorganizzare e migliorare le procedure gestionali in funzione della ripartenza, che – come detto – è stata migliore: la riduzione attuale è stata del 10% e del 20% su benzine e metano e ci siamo concentrati sul altre attività quali metano per le emergenze e carri bombolai”.

Alla luce di tutto questo, che anno è stato il 2020 per la Piccini Paolo spa e per le altre aziende del gruppo?

“Abbiamo cercato di impostare un metodo di lavoro più funzionale e soprattutto abbiamo effettuato diversi investimenti in prospettiva futura. In gennaio, aprirà l’impianto di Foiano della Chiana, mentre quello di Montepulciano è in fase di ristrutturazione e ripartirà. In mezzo ai problemi, ci sono dunque anche eventi positivi”.

Il 2021 dovrà quindi essere l’anno di realizzazione di quanto programmato nel 2020?

“Di fatto sì, perché il biennio 2019-2020 è stato principalmente concentrato – come già detto - sugli investimenti. Che non riguardano solo gli impianti: abbiamo ora un ingegnere meccanico perché ci siamo concentrati sulla ricerca e lo sviluppo del settore metano e abbiamo come punto di forza un know-how di 50 anni che ci ha permesso di farci conoscere a livello nazionale; abbiamo rapporti con Snam e con altre grandi società e stiamo sviluppando anche il segmento del biometano”.

Da imprenditrice, ma anche da persona che risiede da sempre a Sansepolcro, che fotografia scatta della situazione economica della città e anche della vallata?

“Il comparto al momento più colpito è senza dubbio quello del commercio ed è un vero dolore assistere alla chiusura dei negozi a Sansepolcro, tanto più che la bellezza del centro storico è determinata anche dall’eleganza delle vetrine. Visto sotto altri aspetti, il contesto locale può sembrare magari migliore che in alte zone: fermo restando che comunque la crisi è generalizzata, a Sansepolcro il turismo non ha la stessa incidenza che può avere in una grande città o in realtà similari che vivono di esso. Abbiamo inoltre una serie di aziende più o meno diverse nelle dimensioni e nelle tipologia di attività, che fanno della qualità il loro cavallo di battaglia: ciò è positivo rispetto ad aree che fungono da distretto, basando la propria economica solo su particolari prodotti e che quindi se il settore specifico entra in crisi si ritrovano automaticamente in sofferenza. La nostra economia variegata ci sta dando quindi una piccola mano”.

La prossima primavera, Sansepolcro tornerà al voto. Indipendentemente da chi vincerà, cosa sente di chiedere agli attuali e ai futuri amministratori?

“Una richiesta su tutte, che credo valga non soltanto per Sansepolcro: risolvere il grande problema della burocrazia. Vale per le aziende come per i privati, perché anche per un piccolo intervento occorrono pareri molteplici e certificati a non finire. E spesso, trascorrono tempi “biblici” per arrivare in fondo. Le regole debbono esistere e debbono essere rispettate, ma è possibile fare tutto ciò anche con procedure più snelle nei tempi”.    

Redazione
© Riproduzione riservata
08/12/2020 09:22:19


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