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Birra italiana al 100%, si può grazie ad una filiera del luppolo con il cuore in Umbria

Questo il tema centrale del convegno “Luppolo Made in Italy: la Filiera del Luppolo italiano”

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Finalmente il sogno che sta dietro al progetto ‘Luppolo Made in Italy’ oggi è realtà. Dopo due anni di sperimentazione in campo e tre anni di attività. Tutto è pronto, infatti, per far partire la filiera italiana del luppolo per una birra totalmente Made in Italy.

Il Luppolo è un prodotto agricolo di grande qualità e di elevato valore aggiunto, una nuova eccellenza nel panorama delle produzioni agricole del territorio nazionale e umbro. La Filiera italiana, con il cuore in Umbria, si propone quindi di rappresentare un punto di riferimento a livello nazionale, in termini di ricerca, produzione, trasformazione e commercializzazione.

 

Per il convegno di giovedì 29 ottobre dal titolo “Luppolo Made in Italy: la Filiera del Luppolo italiano” - alla luce delle nuove disposizioni nazionali e regionali per contrastare la pandemia - gli organizzatori della Rete di imprese “Luppolo Made in Italy”, con sede a Città di Castello, hanno scelto di svolgerlo online in modalità streaming. L’incontro web sarà diviso in due parti: ore 10 -13 e 14 -17).

Garantita quindi una partecipazione in sicurezza ma soprattutto ampia, viste le circa 300 adesioni pervenute. Tra i principali relatori sono confermati rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), del Ministero dell’Agricoltura (Mipaaf), della Regione Umbria, di Assobirra, UnionBirrai e Consorzio Birra Italiana. Hanno già dato l’adesione anche molti homebrewer, birrifici artigianali, nonché diversi manager delle multinazionali proprietarie dei marchi italiani, grandi players del mercato della birra e del mondo della produzione e altri ancora visto che come pubblico ci saranno anche aziende agricole, agronomi, e appassionati di birra.

Per iscriversi basta andare sulla pagina dedicata del sito (https://bit.ly/371uH1T) e compilare il form. Successivamente si riceverà il link per accedere alla diretta live sulla piattaforma Zoom.

 

Con l’obiettivo di costruire alleanze e sinergie per dare vita ad una Rete nazionale del Luppolo Italiano, all’incontro del 29 ottobre parteciperanno quindi esponenti delle istituzioni regionali, dei ministeri dell’agricoltura e dello sviluppo economico, oltre a rappresentanti di enti e associazioni di settore che compongono la filiera.

La prima sessione (ore 10-13) si aprirà con la relazione di Stefano Fancelli, presidente della Rete di Imprese ‘Luppolo Made in Italy’, cui seguiranno i saluti istituzionali del sottosegretario del Mipaaf Giuseppe L’Abbate, e dei sindaci di Città di Castello (Luciano Bacchetta), San Giustino (Paolo Fratini) oltre a quelli dell’assessore del Comune di Perugia Gabriele Giottoli. A seguire ci saranno le relazioni di Luca Stalteri, responsabile agronomico LMI e produttore Biologico, e Giuseppe Perretti, direttore del CERB dell’Università degli studi di Perugia. Poi gli interventi di due aziende della Rete (Aboca, Gruppo Cooperativo Agricooper), di Francesco Martella, presidente Ordine Agronomi dell’Umbria e di Marcello Serafini, amministratore unico Parco3A. L’intervento conclusivo sarà quello dell’assessore regionale all’agricoltura Roberto Morroni.

La seconda sessione (ore 14-17) prevede come interventi quelli di Michele Cason, presidente di Assobirra, di Andrea Soncini UnionBirrai e di Teo Musso, presidente del Consorzio Birra italiana. Per la parte politico istituzionale in programma ci sono i saluti del sottosegretario del MISE Gian Paolo Manzella, dell’On. Filippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura della Camera, e del Consigliere regionale Valerio Mancini, presidente della II Commissione permanente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria. Successivamente toccherà ad Alessio Saccoccio per la presentazione di Idroluppolo Start-up innovativa che si occupa della produione indoor. Presentazione anche del progetto di GOI basato in Emilia  Romangna  a cura di CLI Cooperativa Luppoli Italiani con la presidente Michela Nati, di Fabrizio Fantini esperto di tracciabilità e di UniParma (Tommaso Ganino). In scaletta anche gli interventi di IHC Italian Hop's Company con Eugenio Pellicciari, di AIAB con Vincenzo Vizioli, di Cia Umbria con il presidente Matteo Bartolini e di CGIL FLAI Umbria con Michele Greco.

 

Modalità online del convegno che non arresta quindi il “lancio” della filiera italiana del luppolo che si propone così di rappresentare un punto di riferimento a livello nazionale per capacità di innovazione, efficienza, competitività nel mercato globale e qualità certificata del prodotto.

Innovazione e sostenibilità sono le parole chiave della Rete composta da 12 aziende agricole, agroalimentari e di innovazione tecnologica che dall’Alto Tevere hanno iniziato a muovere i primi passi per una agricoltura d’eccellenza: dalla produzione della birra e non solo, sono tanti i campi di applicazione.

Rete e filiera sostenute dalla Regione Umbria, grazie alla Misura sulla cooperazione e innovazione delle Reti di nuova costituzione del Piano di Sviluppo Rurale.

La presenza del professor Giuseppe Perretti, direttore del CERB - Centro di eccellenza di ricerca sulla birra dell'Università di Perugia come coordinatore scientifico del progetto Luppolo Made in Italy conferisce poi autorevolezza alla compagine umbra.

A dare così solidità scientifica al progetto ci sono infatti sia il CERB, che coordina quindi le attività di ricerca e innovazione, sia il CNR IBBR, un istituto specializzato nella genetica che è riuscito a recuperare solo nel territorio umbro ben 40 ecotipi di luppolo autoctoni.

Su queste basi ‘Luppolo Made in Italy’ sta lavorando per la creazione di nuove varietà a base genetica italiana per un prodotto di eccellenza e di altissima qualità. Un progetto di ricerca in cui è centrale il tema dell’innovazione e della sostenibilità (economica, sociale e ambientale).

Redazione
© Riproduzione riservata
27/10/2020 12:02:13


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