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Covid, cresce l’ipotesi di altri lockdown: “Pronti con le zone rosse intorno ai focolai”

Zingaretti: senza rispetto delle regole, inevitabili le chiusure

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I dati sembrano stabilizzarsi. Siamo intorno ai 1.500-2.000 contagi quotidiani. E questo, agli occhi degli esperti del governo, è incoraggiante. Soprattutto se confrontato con quello che sta avvenendo in altri Paesi Ue. Ma sono anche cifre da maneggiare con cura e che improvvisamente potrebbero schizzare all’insù. Tutto può scivolare di mano se il livello di attenzione, spiega il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, non resta massimo. Il premier ufficializzerà la proroga dello stato di emergenza tra qualche giorno, quando verranno metabolizzati gli effetti dell’apertura della scuola, a due settimane circa dall’avvio delle lezioni in aula. La decisione è presa e viene spiegata in questi termini all’interno del governo: se la proroga fino al 15 ottobre è stata stabilita a luglio, quando i contagi sembravano sul punto di scomparire, perché non dovrebbe avvenire anche ora che la curva sta risalendo? Con l’incognita delle scuole aperte, le attività a pieno ritmo, e soprattutto l’Italia circondata da Paesi dove il coronavirus sembra meno sotto controllo, Conte vuole avere tutto il perimetro normativo dello stato di emergenza per intervenire rapidamente. Intervenendo al Festival dell’Economia di Trento, il premier esclude un nuovo lockdown nazionale, «perché siamo in una situazione diversa rispetto a quella di inizio anno». Non esclude zone rosse mirate, però: «Se si svilupperanno dei cluster potremo intervenire in modo circoscritto, perché abbiamo un sistema sofisticatissimo per incrociare i dati». In questo modo Conte precisa anche un’affermazione di qualche ora prima di Nicola Zingaretti: «Se non rispettiamo le regole andremo a finire lì», aveva detto il segretario Pd, riferendosi alla possibilità di nuovi blocchi come sta avvenendo da altre parti d’Europa. Zingaretti parla anche da governatore del Lazio, dove è in sperimentazione il test saliva (più semplice e rapido) fondamentale per tenere aperte scuole e università. A quasi due settimane dall’avvio dell’anno scolastico il governo è soddisfatto di come sia andata la ripresa. Più problematici invece appaiono i collegamenti con Paesi dove la situazione è tornata a essere critica. Come avvenuto per chi entra dalla Francia, si stanno valutando restrizioni con altri Stati. Con la Gran Bretagna, per esempio, dove l’aumento dei contagi è ormai esponenziale e preoccupa per la presenza di tantissimi italiani.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
27/09/2020 13:16:33


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