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Politica sotto l'ombrellone: intervista con Riccardo La Ferla ex sindaco di Anghiari
"Non mi candido ad Arezzo"
Dapprima vicesindaco con Danilo Bianchi, poi sindaco di Anghiari dal 2011 al 2016. Riccardo La Ferla è adesso tornato ad Arezzo, dove svolge la sua professione di avvocato senza aver dimenticato la passione per la politica, rimanendo a tutt’oggi un tesserato del Partito Democratico. Si candiderà a consigliere alle comunali di settembre? È lui stesso a dirimere la questione.
La Ferla, l’alleanza di governo Pd-5 Stelle è destinata a rimanere soltanto un contratto di governo?
“Questo lo diranno i fatti. Un anno fa, vi erano esigenze superiori alle condizioni politiche e quindi occorreva dare più spazio alla concretezza e all’emergenza che agli idealismi. Vedremo se poi vi saranno le condizioni per andare avanti… d’altronde, la politica è divenuta così “fluida” che fare previsioni diventa molto difficile. Nel corso degli anni, vi è stato un tendenziale depotenziamento nel ruolo dei partiti e questo oggi lo si nota”.
A quale evoluzione possono andare incontro Pd e centrosinistra?
“Spero che vi sia una profonda rivalutazione e una presa d’atto che qualcosa sta cambiando. Dobbiamo recuperare quei valori che un tempo distinguevano un’area politica da un’altra. Il modo di fare politica oggi è tale da permettere di dire tutto e il contrario di tutto attraverso gli strumenti mediatici, ma non c’è più analisi e presa di coscienza vera dei problemi. Bisogna capire che il mondo è cambiato, per cui occorrerebbero meno personalizzazione e più onestà intellettuale”.
Elezioni regionali in Toscana: i sondaggi danno sempre più vicini Eugenio Giani e Susanna Ceccardi. Sarà quindi battaglia fino all’ultimo voto?
“E’ inevitabile che sarà così, perché è un voto comunque politico che andrà a incidere sul nazionale. L’esito del 20 e 21 settembre non sarà assolutamente scontato, anche se mi risulta difficile credere che in Toscana si pensi a un cambiamento di impostazione. Spero pertanto in un buon lavoro da parte del centrosinistra nel mese e mezzo che ci separa dalle consultazioni, ma sarebbe saggio fare una riflessione – anche critica, se necessario – su ciò che è stato fatto e ciò che invece non è stato fatto”.
Quanto c’è di vero sulla candidatura di Riccardo La Ferla alle comunali di Arezzo?
“Niente! La notizia sul mio conto è uscita, ma ho scelto la strada della professione, nel senso che i miei impegni di avvocato mi assorbono già una bella fetta della giornata e poi dallo scorso anno ricopro anche il ruolo di tesoriere nel consiglio provinciale dell’Ordine degli Avvocati, per cui le priorità sono queste, nonostante sia disposto a dare due-tre mani alla causa del centrosinistra. Se si tratta di aiutare va tutto bene, ma nessuna candidatura”.
Quanto può risultare difficile, per il centrosinistra, l’impresa di riprendersi il governo del Comune di Arezzo?
“Abbiamo intanto un punto di forza: il nostro candidato sindaco. Il dottor Luciano Ralli è persona di qualità, onesta e politicamente esperta. Il centrodestra ha fatto il suo percorso, ma adesso ha qualche problema importante da risolvere. Dico allora che il centrosinistra ce la può fare”.
Cosa ne pensa della frammentazione in atto, con al momento ben sette candidati sindaci ad Arezzo?
“Non mi piace molto, perché un po’ di esperienza in politica è sempre un valore aggiunto. Il problema è che l’esperto viene subito identificato con il marpione, invece che a volte come una persona capace, mentre si invoca il nuovo e spesso si incappa in gente che non conosce minimamente i meccanismi della macchina comunale. Alla resa dei conti, ci sono oltre 500 candidati consiglieri, per cui sarà un voto totalmente frazionato e vi saranno programmi politici frammentati e divisi, ma questa è la democrazia e va bene così. Magari, prevedo che vi sarà grande affluenza alle urne è questo potrà essere senza dubbio un risvolto positivo”.
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