Libano, violenta esplosione a Beirut: almeno 73 morti, oltre 3700 feriti
Fra i feriti anche un militare italiano. L’ambasciata Usa: state al chiuso
«Ciò che è successo a Beirut ricorda Hiroshima e Nagasaki, nulla di simile era mai accaduto in passato in Libano». Le parole del governatore della capitale libanese, Marwan Abboud, in lacrime, raccontano bene la situazione, dopo l’esplosione di ieri, nella zona del porto, dove ci sarebbero, secondo l’ultimo bilancio del ministero della Sanità, 73 morti e 3.700 feriti, uno dei quali sarebbe un militare italiano le cui condizioni non sono gravi. Il militare, lievemente ferito al braccio, fa parte di un'unità del contingente italiano in Libano; altri suoi colleghi sono al momento sotto osservazione perché in stato di choc.
A causare le potenti esplosioni avvenute nella zona del porto sarebbe stato un incendio in un magazzino di fuochi d'artificio. Molti gli edifici danneggiati, le esplosioni sono state avvertite in tutta la città e addirittura sino a Cipro, distante 240 chilometri. Tra gli edifici danneggiati, sotto cui ci sarebbero intrappolate ancora numerose vittime e feriti, anche il quartier generale dell'ex premier libanese Saad Hariri, l'ufficio di corrispondenza della Cnn e diverse ambasciate tra cui quelle di Russia e Kazakistan. L'Osservatorio sismologico della Giordania ha riferito che l'esplosione ha eguagliato l'energia di un terremoto di magnitudo 4.5 sulla scala Richter.
Il ministero della Sanità ha invitato i cittadini della capitale, se sono in grado di farlo, a lasciare la città, considerata l'elevata densita' di nitrato presente nell'aria. L'ambasciata degli Stati Uniti a Beirut ha invitato coloro che si trovano nell'area dell'esplosione a «rimanere al chiuso e a indossare maschere se disponibili».
La Croce Rossa Libanese ha rivolto un appello urgente per chiedere sangue e sono stati attivati centri di raccolta in tutto il Paese. Il premier libanese Hassan Diab ha dichiarato che quella di oggi sarà una giornata di lutto nazionale e ha chiesto aiuto alla comunità internazionale, mentre il presidente Michel Aoun ha convocato una riunione di emergenza del Consiglio nazionale di Difesa.
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