Forza Italia e la tentazione “grande centro” con Renzi
L’ipotesi lanciata dal leader di Italia viva, con Forza Italia che attende l'esito delle regionali
Il “grande centro” è già fra noi ma non si vede. In Parlamento molti lo sognano, ma sul fatto che possa essere “grande” ci sono tanti dubbi. «Può valere il 15 per cento», ha assicurato Matteo Renzi, che ne ha prospettato la nascita in un’intervista a La Stampa. C’è chi l’ha letta solo come una minaccia a Pd e M5S, per ottenere la modifica della legge elettorale di stampo proporzionale, con sbarramento al 5%, che a gennaio andava bene – Italia Viva aveva sottoscritto l’accordo di maggioranza – e ora, sondaggi alla mano, non piace più. Ma tra Montecitorio e Palazzo Madama sono in molti a sperare che Renzi faccia sul serio e che qualcuno gli vada dietro per creare quello che l’ex premier ha definito un «agglomerato di centro o riformista, con noi, Forza Italia, + Europa, fino alla lista di Calenda». Un nuovo centro adatto a cavalcare il sistema proporzionale, superare agevolmente la soglia di sbarramento alle elezioni e proporsi come ago della bilancia nelle successive trattative per la formazione del governo.
«Anche Berlusconi sarebbe d’accordo»
E’ dentro Forza Italia che le parole di Renzi hanno trovato gli ascoltatori più attenti. La maggior parte dei parlamentari non si sente a suo agio all’interno della coalizione di centrodestra a guida Salvini, ma soprattutto non si sente garantita per il futuro. «Tanti aspettano un’altra barca sulla quale saltare - spiega un deputato forzista - se alle prossime Regionali andiamo male, in particolare al sud, ci sarà un fuggi fuggi». Da capire verso dove, perché l’uscita direzione Lega non è e non potrà essere per molti. «Certo, il risultato delle Regionali potrà accelerare la prospettiva centrista, che senza dubbio esiste», dice un esponente storico di FI come Osvaldo Napoli, sicuro che «un’operazione di questo tipo avrebbe la benedizione di Silvio Berlusconi». Il quale ovviamente non può dirlo, specie durante la campagna elettorale in cui la tenuta della coalizione di centrodestra è fondamentale, ma da settimane indica la direzione con dichiarazioni sempre più responsabili, governiste ed europeiste. E d’altra parte non è un mistero per nessuno che Gianni Letta abbia ricominciato a tessere la sua tela di contatti, anche per favorire un percorso di riunificazione dei moderati. In autunno, in un modo o nell’altro, i “centristi” verranno allo scoperto, tanto più se il governo Conte dovesse davvero andare in crisi.
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