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Avis Umbria: una banca unica per i donatori di sangue

Il calo dei donatori non consente una raccolta adeguata alle esigenze delle strutture ospedaliere

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Realizzare una banca dati unica regionale, a disposizione anche delle associazioni, per registrare in tempo reale gli accessi dei donatori di sangue, nonché la quantità raccolta, il consumo e le giacenze: con questo proposito si è concluso l’incontro che si è tenuto ieri tra l’assessore alla Salute della Regione Umbria, Luca Coletto, e il presidente dell’Avis Regionale dell’Umbria Andrea Marchini.

Scopo della riunione era quello di individuare soluzioni per i principali problemi strutturali, organizzativi, tecnici e gestionali dei Servizi Immunotrasfusionali e dei relativi Punti di Raccolta Fissi. Problematiche che, sommate ad un calo dei donatori, non consentono una raccolta adeguata alle esigenze delle strutture ospedaliere che, alla ripresa delle normali attività, registrano una raccolta inferiore alle necessità.       

L’assessore e il presidente di Avis, dopo aver analizzato varie situazioni, hanno stabilito in modo condiviso sulla necessità di realizzare una banca dati unica regionale anche per una migliore e più efficiente chiamata programmata da parte delle associazioni e per consentire ai direttori sanitari e al singolo donatore, di conoscere la propria cartella clinica. In proposito l’Avis ha confermato la propria disponibilità alla realizzazione del “fascicolo sanitario elettronico”.

Nel corso della riunione l’Assessore ha manifestato la necessità di avviare un confronto con le Direzioni Generali delle Aziende sanitarie, per condividere le scelte operative e gli obiettivi che il nuovo Piano Regionale Sangue e Plasma dovrà contenere.

Per quanto riguarda le questioni legate all’autosufficienza, l’assessore e il presidente di Avis hanno concordato sull’importanza, compatibilmente con le difficoltà generate dall’emergenza Covid19, di implementare le attività trasfusionali ampliando gli accessi dei donatori in collaborazione con le associazioni stesse.  L’Avis ha chiesto che in tutte le strutture venga praticata la prima donazione differita, procedura rilevatasi di maggiore efficacia per la fidelizzazione dei donatori. 

A tal fine sarà necessario individuare iter univoci di accertamento dell’idoneità, sul territorio. con l’auspicio, che, per gli esami necessari, siano previsti dei percorsi preferenziali percorribili nella stessa gornata.

Tra gli argomenti trattati anche quello relativo al personale mancante, secondo il Centro Nazionale Sangue, del 37% dell’organico previsto  e che il Centro Regionale Sangue sia di effettiva programmazione e verifica delle azioni con poteri decisionali su tutto il territorio regionale.

Redazione
© Riproduzione riservata
17/07/2020 06:07:08


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