Istat: effetto Covid potrebbero nascere 10 mila bambini in meno
Il rapporto annuale dell’Istituto di statistica fotografa un Paese in grande difficoltà
Il Covid ha colpito le persone più fragili, ha bloccato l’ascensore sociale dei giovani e rischia di condizionare le nascite nei prossimi anni, in un contesto di fecondità già bassa. Gli italiani però continuano a desiderare una famiglia con due figli. La sanità ha retto nonostante anni di tagli: la spesa e gli investimenti sono stati ridotti costantemente, così come il personale e i posti letto. Il 12 per cento delle imprese pensa di ridurre l'occupazione. È questo lo scenario rappresentato dal rapporto annuale dell’Istat, illustrato alla Camera dal presidente Carlo Blangiardo. A metà 2020 il quadro economico e sociale italiano si presenta eccezionalmente complesso e incerto. Al rallentamento del 2019 si è sovrapposto l’impatto della crisi sanitaria e, nel primo trimestre, il pil ha segnato un crollo congiunturale del 5,3%. Le previsioni stimano per il 2020 un forte calo dell’attività economica, solo in parte recuperato l’anno successivo. Il rapporto annuale dà conto dei dati tremendi che riguardano le imprese e i lavoratori, con 3,5 milioni di persone in cassa integrazione ad aprile e delle difficoltà delle famiglie alle prese con le scuole chiuse e la dura conciliazione tra vita e lavoro. Il virus ha lasciato macerie e tanto dolore, il picco c’è stato il 20 marzo e l’aumento dei decessi è stato repentino e drammatico fino a toccare un +571 per cento nella provincia di Bergamo. Gli anziani sono stati i più colpiti dalla pandemia, quasi l’85 per cento dei decessi riguarda persone over 70, oltre il 56 per cento quelle sopra agli 80 anni. Secondo l’Istituto di statistica la società durante il lockdown ha mostrato forte coesione, fiducia nelle istituzioni e la stragrande maggioranza dei cittadini ha rispettato le regole in tutto il Paese.
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