Roma, le donne scendono in piazza: nessuno tocchi l’aborto
Il caso Umbria sul ricovero obbligatorio rilancia le proteste
Tante donne, con 80mila firme raccolte dalla Rete italiana contraccezione e aborto Pro-choice, erano ieri mattina davanti al ministero della Salute a Roma per chiedere la somministrazione della pillola abortiva Ru486 in regime di day hospital, senza ricovero, fino a nove settimane di gestazione, e la contraccezione gratuita. Ancora una volta in piazza, quindi, per difendere il diritto di scegliere l’aborto dopo la decisione della Regione Umbria, guidata dalla Lega, di reintrodurre l’obbligo di tre giorni di degenza per le donne che decidono di abortire con la Ru486. Il presidio al Ministero è stato convocato «per sollecitare le istituzioni competenti a prendere immediati provvedimenti al fine di tutelare e garantire i diritti sessuali e riproduttivi delle donne». Si tratta - spiega la rete Pro-choice - di rispettare l’articolo 15 della Legge 194 e di garantire il diritto di accedere alle tecniche contraccettive e abortive più efficaci e aggiornate. «L’accesso all’aborto farmacologico in Italia è oggi ostacolato da restrizioni e indicazioni previste nelle linee nazionali non giustificabili da un punto di vista medico-scientifico, con la richiesta di ospedalizzazione di tre giorni e il limite per la somministrazione delle compresse fissato a sette settimane di gestazione».
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