L’emergenza Covid congela gli appalti: persi 19 miliardi di lavori
La Regione più colpita e la Lombardia (-63%), tendenza inversa per il Lazio (+14%)
Parlando alla Camera il premier Giuseppe Conte aveva definito poche ore prima il decreto semplificazione che vuole portare al più presto in Consiglio dei ministri «la madre di tutte le riforme». E illustrando alla Camera la relazione annuale dell'Autorità anticorruzione il presidente Francesco Merloni lo critica perché foriero di «confusione» nella moltiplicazione di deroghe e commissariamenti sugli appalti, con annessi «rischi di paralisi e corruzione». Altre, sostiene Merloni, sarebbero le strade
La relazione si incentra su due temi: appalti ed emergenza sanitaria
Sugli appalti, i dati Anac sembrano smentire la tesi di un blocco del settore nella fase pre Covid. Nel 2019 il valore complessivo degli appalti pubblici si è attestato a 170 miliardi di euro, oltre 30 miliardi in più del 2018 (+23%): una cifra mai toccata dal settore in precedenza. Dal 2016, anno di introduzione del nuovo e controverso Codice degli appalti, la crescita è stata del 69%. La crescita è anche quantitativa: gli appalti banditi nel 2019 sono stati infatti quasi 154mila, circa 12mila in più del 2018 (+8%). L'emergenza sanitaria ha cambiato completamento il quadro. I dati provvisoria indicano nel primo quadrimestre 2020 un calo del 24% per numero e del 33% in valore degli appalti, pari a 18,6 miliardi in meno. La Regione più colpita è la Lombardia (-63%, flessione di circa 10 miliardi), mentre alcune Regioni hanno fatto registrare dati positivi, come il Lazio (+14%).
Commenta per primo.