Fase 3, Conte e Sanchez scrivono all’Ue
Bisogna coordinare le misure sui confini e seguire criteri comuni
“Cara Presidente, cara Ursula” comincia così la lettera a quattro mani inviata dai premier italiano e spagnolo, Giuseppe Conte e Pedro Sanchez, alla leader della Commissione europea Ursula von der Leyen per chiedere il ripristino della libera circolazione tra i Paesi membri e anche all’esterno. Roma e Madrid vorrebbero che, dopo oltre due mesi di un lockdown stabilito in ordine sparso, l’apertura delle frontiere avvenisse in maniera coordinata e non alla spicciolata, per evitare il rischio di vedere alcuni discriminati rispetto ad altri. Il punto che sta a cuore ai due governi, tra i più colpiti dal coronavirus, è un coordinamento che garantisca il ritorno alla normalità “in base a criteri epidemiologici chiari e trasparenti”. Vale a dire che l’auspicio che ragione e medicina prevalgano sul pregiudizio.
Spagna e Italia condividono non solo il prezzo altissimo pagato alla pandemia in termini di vittime ma anche i danni collaterali, nel senso che entrambi dipendono in maniera sostanziale da quei turisti che rappresentano oltre il 13% del Pil e che per il momento restano alla larga da prenotazioni e vacanze. La road map stabilita da Roma prevede che, in teoria, si possa entrare già dal 3 giugno (per uscire dipende dalla destinazione) mentre Madrid si è presa ancora qualche giorno ma a partire dal 22 giugno dovrebbe eliminare i controlli al confine con Francia e Portogallo.
Ringraziando la Commissione per lo sforzo profuso nella tutela della salute di tutti i cittadini comunitari, Conte e Sanchez propongono che il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie giochi un ruolo chiave, con strumenti concordati da tutti, per la riapertura in sicurezza delle frontiere e il ripristino dello spazio aperto di Shengen.
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