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Cinque domande con...Libero Alberti presidente della pro loco “Vivere a Borgo Sansepolcro”
Una pro loco indirizzata verso importanti finalità di ordine culturale
Bancario in pensione con anche un passato da presidente del consiglio comunale di Sansepolcro, Libero Alberti rimane sempre molto impegnato sul versante dell’associazionismo e al momento è presidente dell’associazione pro loco “Vivere a Borgo Sansepolcro”. Una pro loco particolare, perché indirizzata verso importanti finalità di ordine culturale, anche se adesso ha dovuto stoppare i propri programmi per l’emergenza Covid-19.
Presidente Alberti, non crede che la situazione di emergenza venutasi a creare possa essere stata conseguenza anche del modo con il quale l’arrivo in Italia del virus è stato gestito?
“In tutta sincerità, debbo dire che anch’io – quando ho sentito parlare di coronavirus – ho un tantino sottovalutato il problema. Di sicuro, sono state sottovalutate le dimensioni del fenomeno, soprattutto dagli enti preposti, se pensiamo che all’inizio i virologi parlavano di poco più di una influenza”.
Quali ripercussioni dobbiamo attenderci sui vari aspetti della nostra vita, oltre che sull’economia?
“Fermo restando che le batoste sull’economia le stiamo vivendo già ora, credo che vi saranno anche modificazioni nel modo di vivere e a livello di rapporti nel breve e medio periodo. E comunque, anche quando la parentesi sarà chiusa, vi sarà un serio ripensamento: cercheremo di vivere meglio e di rivedere determinate modalità di comportamento, sperando che ci portino a instaurare rapporti sociali più giusti”.
E la pandemia quale incidenza può avere anche nell’ambito della cultura?
“Per ciò che riguarda il caso nostro, l’attività dell’associazione “Vivere a Borgo Sansepolcro” è al momento rallentata, quasi sospesa. Ci stiamo organizzando (e siamo oramai in dirittura di arrivo) per fare consigli in videoconferenza, ma il fermo è stato anche per noi inevitabile. Ci siamo resi nel frattempo promotori di una iniziativa da noi condotta, coinvolgendo le altre pro loco presenti a Sansepolcro (Cisa, Gragnano, Gricignano, Santafiora e Trebbio), l’associazione “Cavalieri del Trebbio”, la rionale di Porta Romana, l’Università dell’Età Libera e il Comune: si tratta della pubblicazione di un libro di due giovani autori non della nostra zona, Giacomo Guazzini ed Elena Squillantini, che parlano degli affreschi di Santa Chiara. Il volume è già in tipografia, ma presentarlo diventa al momento impossibile e quindi dovremo rinviare il tutto”.
A quando il ritorno all’agognata normalità?
“Credo che difficilmente potremo tornarvi senza aver trovato l’antidoto al virus, ma quello che mi preoccupa è la possibile evoluzione della “fase 2”: mi pare di capire, anche attraverso quanto si sente dire in televisione, che da qualche parte vi sia gente che si stia prendendo più liberta di quelle concesse. Anche qui a Sansepolcro, il sindaco si sta raccomandando da giorni sull’uso corretto delle mascherine: è nel nostro interesse rispettare le disposizioni. Vivo perciò con apprensione questo momento e continuo sostanzialmente a non muovermi di casa”.
Quali insegnamenti trarre da questo periodo di sacrifici?
“Bisogna vivere apprezzando ciò che abbiamo intorno: quando stiamo bene, desideriamo mille cose, quando invece stiamo male desideriamo una sola cosa, la salute. Spero che l’emergenza ci abbia trasmesso anche la voglia di una maggiore coesione sociale”.
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