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Tutti contro gli assistenti civici, anche il Viminale

Che non diventino un peso per i prefetti o per le forze di polizia”

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Parte malissimo, l’idea dei sessantamila «assistenti civici» al servizio dei Comuni. Idea che porta il copyright del ministro dem Francesco Boccia (Affari regionali) e di Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’associazione nazionale comuni italiani. Non soltanto l’opposizione, ma metà maggioranza è insorta. Si segnalano già i renziani e i grillini sulle barricate. E il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, fa filtrare tutta la sua irritazione. Non era stata coinvolta, ha scoperto la novità leggendo i giornali. E quindi, secondo fonti del Viminale, l’istituzione di questa nuova figura di tutori delle prescrizioni sanitarie «non dovranno comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e per le forze di polizia già quotidianamente impegnate nei controlli sul territorio». Che i sindaci siano preoccupati dalla Fase 2, è evidente. Oltretutto ricadono sulle loro esigue forze anche compiti nuovi, che vanno dalla sanificazione di uffici e spazi pubblici al controllo anti-assembramenti nei mercati rionali o nelle spiagge libere. Di qui l’invenzione degli «assistenti civici». Che però, fanno notare al ministero dell’Interno, sono una figura evanescente, un gradino sotto gli ausiliari del traffico, i quali almeno hanno la veste di «incaricati di pubblico servizio» e possono perciò comminare multe. Rischiano di brutto, come ironizza l’ex questore, poi prefetto, Achille Serra, uno che di ordine pubblico se ne intende: «Incaricati, tra le altre cose, di controllare la movida, sarebbero dilettanti allo sbaraglio, privi di ogni esperienza, a rischio di un “vaffa” o di legnate». E c’è poi un problema serio, forse sottovalutato finora: nel bando della Protezione civile non c’è parola sul profilo di questi aspiranti “assistenti civici”, nessuna esplicita incompatibilità, quindi in teoria anche persone con precedenti penali o di polizia potrebbero finire a controllare i cittadini. I grillini, come detto, sono contrari. «Assistenti civici, per me no. Con il Movimento questa proposta non è stata condivisa e non la vogliamo. Noi siamo al governo per fare il bene dei cittadini nonostante le tante difficoltà. Basta sparate», chiude il viceministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni. Ma anche Ganluca Castaldi, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento: «La fuga in avanti di Boccia sugli “assistenti civici” non mi convince e non convince il M5s. Per noi i cittadini devono controllare quello che fanno i politici, non quello che fanno altri cittadini: auspico un passo indietro del ministro e un confronto con tutta la maggioranza». Pesa anche il no di Matteo Renzi: «Boh, solo a me sembra una follia finalizzata ad avere visibilità? Non sarebbe meglio valorizzare di più il terzo settore e il servizio civile?». L’opposizione da parte sua, spara a zero: «Che strana – sostiene Matteo Salvini – la sinistra italiana. Da sempre contro le “ronde” di cittadini disarmati per controllare parchi giochi e quartieri dove giocano i nostri figli, adesso con la scusa del virus inventa “assistenti civici” per controllare cosa fanno gli Italiani. Mi pare che si stia esagerando». E Anna Maria Bernini, Forza Italia: «Ci mancano solo le guardie rosse del ministro Boccia per completare la deriva autoritaria di questo governo». 

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
25/05/2020 19:32:59


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