La moglie di Bryant fa causa alla società dell’elicottero caduto
Secondo l’accusa, il pilota è stato negligente a volare con la nebbia
La vedova di Kobe Bryant ha fatto causa a Los Angeles alla società proprietaria dell'elicottero che un mese fa è caduto nella nebbia in California uccidendo suo marito e la figlia Gianna, di 13 anni. Secondo la donna, il pilota (anche lui morto nell'incidente) fu negligente nel volare con quelle condizioni meteo. La notizia della causa è arrivata mentre era in corso la cerimonia allo Staples Center di Los Angeles per commemorare il campione e alla figlia.
La cerimonia
«Non è la destinazione che conta, ma il viaggio», dice la voce di Kobe Bryant che si diffonde nello Staples Center con ventimila persone in silenzio, mentre scorrono le immagini della sua carriera, i trionfi, i canestri vincenti, il sorriso aperto, l'abbraccio con la figlia Gianna, morta con lui nell'incidente d'elicottero del 26 gennaio, insieme ad altre sette persone. Come sottofondo, il pezzo struggente Memories cantato dai Maroon 5.
La moglie, Vanessa, in prima fila, non trattiene le lacrime, ma continua a fissare le immagini del marito, con l'ultimo messaggio da giocatore, pronunciato il giorno dell'addio: «Mamba out». È una celebrazione in grande stile e commovente, quella organizzata nell'arena dei Lakers che è stata la casa di Kobe. La cerimonia, svolta simbolicamente il 24 febbraio, con i suoi numeri 24 e 2, quelli che hanno indossato Bryant e la figlia, anche lei giocatrice di talento come il padre, è stata una lunga celebrazione altamente emotiva, così come voleva la famiglia. E con le donne protagoniste: da Beyoncè, che ha aperto la cerimonia cantando i brani Xo e Halo, alle giocatrici Diana Taurasi a Sabrina Ionescu, che hanno letto un discorso, fino all'intervento centrale della vedova Bryant, Vanessa. L'avvio è stato del conduttore comico e amico di Kobe, Jimmy Kimmel, che ha parlato a fatica, non riuscendo a trattenere le lacrime quando ha elencato i nomi di tutte le vittime.
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