Morto Mubarak, il raiss spazzato via dalla primavera araba
Aveva 91 anni e per quasi trenta aveva governato l'Egitto con il pugno di ferro
Hosni Mubarak, il raiss egiziano spazzato via dalla primavera araba, è morto questa mattina, a 91 anni. La notizia è stata confermata dalla tv di Stato. Aveva 91 anni, e per quasi trenta aveva governato il Paese con pugno di ferro. Mubarak era salito al potere nell’ottobre del 1981, dopo l’assassinio del presidente Anwar Sadat da parte di terroristi jihadisti. Era stato rieletto più volte e puntava a imporre come suo successore il figlio Gamal. Corruzione, crisi economica, disoccupazione e una gestione poliziesca dello Stato avevano causato però un malcontento incontenibile, esploso nella rivolta del febbraio 2011. L’11 di quel mese, scaricato anche dai militari, era stato costretto a dimettersi, dopo tre settimane di proteste di massa, con milioni di persone scene nelle strade del Cairo e a piazza Tahrir.
Alla deposizione erano seguiti una serie di processi, per la repressione sanguinosa delle manifestazioni e per corruzione. Mubarak ha passato quegli anni in gran parte all’ospedale militare Maadi e alla fine è stato condannato per capi di imputazione minori. Il 24 marzo del 2017 è stato rilasciato definitivamente. Intanto i suoi principali oppositori, i Fratelli musulmani, avevano fatto una fine peggiore. Il suo successo, Mohammed Morsi, è finito in prigione, condannato in primo grado a morte, poi all’ergastolo e alla fine è deceduto d’infarto durante un’udienza nel processo di appello. Il nuovo presidente, Abdel Fateh al-Sisi ha incarcerato decine di migliaia di militanti, e anche oppositori laici. Anche lui, come Mubarak, è un ex generale, dell’esercito, mentre il vecchio raiss proveniva dall’aviazione e si era distinto nella guerra del 1973 contro Israele.
Mubarak ha passato così gli ultimi anni della sua villa nel ricco quartiere di Heliopolis, a Sud del Cairo. Lo scorso ottobre si era fatto di nuovo vivo, in un video su YouTube, dove aveva ricordato i giorni della guerra dello Yom Kippur del 1973, quando era comandante dell’Aviazione. Era la prima volta che parlava davanti a una telecamera dal 2011. Gli eventi di quell’anno lo avevano colto alla sprovvista, come se vivesse in un mondo separato, al vertice di un potere autocratico come non si era visto dai tempi di Mohammed Ali Pasha, fondatore dell’Egitto moderno all’inizio dell’Ottocento. Un militare modernizzatore, come si vedeva lo stesso Mubarak, e come si vede in fondo anche Al-Sisi.
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