Opinionisti Alessandro Ruzzi

Il quadro politico. 3 mesi alle elezioni di Arezzo

I nomi dei candidati aretini forse sarebbe l’ora di renderli noti

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È il coronamento di un mio sogno iniziare la frase con “il quadro politico”, durante la mia gioventù mi sono trovato dinanzi ai dibattiti alle assemblee autogestite al liceo che iniziavano proprio con questa frase. Girata di tacchi e via. Chissà se sarò più fortunato ad attrarre l’attenzione con questa riflessione.
Sono passati anni e soprattutto persone, il tutto è diventato contemporaneamente più fluido e più cristallizzato. Che le elezioni si vincono nell’ultima settimana di campagna elettorale è sempre più vero, ma  almeno il nome dei candidati aretini forse sarebbe l’ora di renderli noti.
Il partito democratico, che ad Arezzo è all’opposizione, pare intenzionato a proporre per più ampia condivisione l’attuale capogruppo comunale, Luciano Ralli.
La proposta di candidati, che possano raccogliere intorno a sé fette di cittadinanza aretina, inizia quindi una figura che ha certamente un taglio politico, ma che non è organica al partito: ricordo che si candidò alla segreteria del partito in alternativa a rappresentanti di correnti interne. Quella che allora era una federazione iperrenziana non fu suo appannaggio, un outsider.
Ha fatto il suo compitino in consiglio comunale, niente di trascendentale, fino a quando i fatti accaduti intorno al sindaco viene gli hanno dato l’opportunità di mettere in evidenza una caratteristica significativa, con risvolti sia positivi che negativi; cioè mi sembra che Ralli abbia continuato a portare avanti le sue posizioni in autonomia sin quando l’affaire coingas e le registrazioni staderini gli hanno dato la possibilità di porre in luce gli aspetti positivi della sua posizione: la mancanza di sudditanze politiche o di cordata.
Perché proprio su questo aspetto invece l’attuale sindaco di Arezzo è inciampato; per quanto sinora emerge dalle registrazioni, ha rinnegato ogni ruolo determinante negli incarichi che egli ha affidato: persone che erano state segnalate dai partiti che lo avevano sostenuto, non gente sua.
Se non che è proprio la gente sua che lo ha tradito dando inizio all’imbarazzante indagine sulle consulenze faraoniche della partecipata municipale.
Di riffa o di raffa, l’ingegnere o non è stato bravo o non è stato fortunato o è stato distratto (come in passato) o è stato fregato o nessuna di queste: lo dirà la magistratura, confidando sempre che la conclusione indagini avvenga in tempi brevi. Tutti innocenti sinora, sotto il profilo giudiziario.
Non altrettanto sotto il profilo politico, morale e etico.
Ne deriva una situazione assai complessa per la destra aretina: evidente che per la Regione nessuno che conti ha mai pensato a Ghinelli, nonostante si sia sbracciato come un naufrago verso Salvini. Ma Ghinelli ha già anticipato la sua volontà di candidarsi attraverso la ri-edizione della sua lista, ma la paura di correre con il candidato compromesso non ha fino ad adesso fatto emergere il nome del sindaco uscente quale candidato dell’intera coalizione di destra. E dire che poche settimane fa lo avevano incoronato. Ma quella corona non ci sta proprio stabilmente su quella testa. Anche i suoi assessori paiono contrariati.
Perché Ghinelli può essere bravo a illustrare i risultati della sua maggioranza come straordinari, ma al di là di una fetta ristretta della comunità aretina, coloro che sono stati particolarmente beneficati dalle scelte effettuate (esempio, i commercianti di determinata area cittadina), credo che resti preponderante la motivazione ideologica: alcuni aretini non ne possono più di quell’altri (ossia di quelli di Sant’Agostino).
Scelta legittima, lo scrive uno che votava orgogliosamente a destra, ma che non può non tenere conto di eventuali dinamiche affaristiche o di cattivo costume.
Perché preferisco una persona sicuramente onesta. Una persona che non deve pagare debiti elettorali con i miei soldi. Anche se su alcune scelte politiche potrei essere in disaccordo. Del resto sono stato in disaccordo con sindaci con i quali condividevo lo schieramento politico.
Ma su certe cose non posso passarci sopra: perché quelle consulenze le pago io, perché eventuali favori a consiglieri attraverso la presidenza di municipalizzata le pago nuovamente io.
E questo conta più d’una fondazione turismo e se funziona maluccio o benino.
Diviene più importante che la mancanza di valutazioni politiche sulla futura Arezzo; o se chi ha esposto perplessità su trasparenza e guida delle fondazioni è stato cazziato; perchè sappiamo dai processi cosa succedeva in Comune ai tempi in cui Ghinelli era assessore, mentre non comprendiamo come si possa spendere 150-200.000€ anno per la manutenzione delle scale im-mobili montate mentre Ghinelli era assessore ai lavori pubblici. Sfortuna? Incapacità? Altro? Allora anche basta.

Alessandro Ruzzi
© Riproduzione riservata
19/02/2020 08:54:48

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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