Confermati i sequestri dei beni agli ex amministratori di Banca Etruria
Sono accusati di bancarotta per il fallimento della banca aretina
Niente da fare, il tribunale di Arezzo ha confermato i sequestri per gli ex amministratori di Banca Etruria accusati di bancarotta. Rigettato il ricorso volto a ottenere il dissequestro, accoglimento solo per la posizione di Alberto Bonaiti, avvocato di Lecco, ex membro del cda di Bpel, per il quale la posizione giudiziaria (coinvolto per una sola vicenda) e la consistenza patrimoniale sono evidentemente risultate tali da non richiedere il provvedimento cautelare. Permangono quindi i sequestri per l'ultimo presidente Lorenzo Rosi, per gli ex vice presidenti Giovanni Inghirami e Giorgio Natalino Guerrini, e per gli altri. Tra trenta giorni le motivazioni dell'ordinanza del giudice Angela Avila e dei giudici Stefano Cascone e Isa Salerno. I difensori potranno impugnare di nuovo il provvedimento in Cassazione. La Suprema Corte aveva rinviato ad Arezzo la questione, sulla base dei ricorsi degli avvocati che contestavano i sequestri scattati a marzo 2019 su richiesta del commissario liquidatore Giuseppe Santoni, con Banca d'Italia che vuol bloccare i beni degli imputati nel processo per il crac, in vista di possibili condanne. Parallelamente è in atto una azione di responsabilità civile a Roma sempre sulla fine di Banca Etruria e sul danno conseguente.
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