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Si chiude il vertice sulla Libia, Merkel: “Tutti d’accordo sulla soluzione politica”

Ancora divisioni tra Sarraj e Haftar, ma c’è intesa sul documento finale

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Al vertice di Berlino sulla Libia c’è un accordo sul documento finale.  La cancelliera tedesca Angela Merkel annuncia i risultati di due giorni di lavori in un appuntamento pubblico con il ministro degli Esteri Heiko Maas, il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres e l'inviato speciale per la Libia Ghassan Salamé. «Tutti gli Stati sono d'accordo che abbiamo bisogno di una soluzione politica e che non ci sia alcuna chance per una soluzione militare» dice la cancelliera. E ancora: «Abbiamo messo a punto un piano molto ampio, tutti hanno collaborato in modo molto costruttivo, tutti sono d'accordo sul fatto che vogliamo rispettare l'embargo delle armi con maggiori controlli rispetto al passato». 

“Strada difficile, ma è stato creato lo spirito per andare avanti”
Oggi a Berlino «non abbiamo risolto tutti i problemi» sulla Libia ma «abbiamo creato lo spirito, la base per poter procedere sul percorso Onu designato da Salamé» ha proseguito Merkel. «Dalla conferenza di Berlino è stato dato un importante contributo» per andare avanti nel processo verso una soluzione politica del conflitto, ha spiegato Merkel. «Non mi faccio illusioni, la strada è ancora difficile, ma il vertice si è svolto in un clima costruttivo».

L’accordo
In particolare il premier del governo di accordo nazionale libico, Fazyez al Serraj, e il generale della Cirenaica, Khalifa Haftar, hanno dato la loro approvazione alla convocazione della conferenza intra-libica, da tenersi probabilmente a Ginevra. La data della conferenza è stata approvata ma non è ancora nota. La conferenza intra-libica rientra nei punti previsti dal vademecum operativo dell'Unsmil, adottato come allegato alle conclusioni della conferenza di Berlino; tra gli altri punti vi è l'istituzione di un comitato militare misto composto da cinque ufficiali designati da ciascuna delle due parti libiche in conflitto, che possa lavorare ai termini del cessate il fuoco. Anche su questo punto c'è stato l'ok sia di Serraj che di Haftar.  «Ci possiamo ritenere soddisfatti perché comunque abbiamo ottenuto passi avanti» dice il premier Giuseppe Conte parlando con Luigi Di Maio al punto stampa dopo la Conferenza di Berlino sulla Libia.  

Le divisioni

I due leader libici Fayez al-Sarraj e Khalifa Haftar, secondo diverse fonti vicine al dossier libico, non hanno avuto contatti diretti. Sarraj e Haftar hanno incontrato separatamente la Cancelleria tedesca, sede del summit. Ieri il maresciallo Khalifa Haftar aveva ordinato la chiusura dei porti e questa mattina le milizie a lui fedeli hanno preso il controllo anche di Zueitina, l’unico che resisteva. Il nuovo punto è stato chiesto dalla Turchia, mentre il Qatar, l’altro alleato del premier Fayez al-Serraj ha condannato “l’aggressione” ai terminal.

L’attacco all’Europa
La spaccatura del Paese resta quindi netta. L’ha sottolineata lo stesso Al-Serraj, che ai media tedeschi ha precisato come l’Europa sia «arrivata tardi» e abbia oggi «un ruolo marginale». «Ci aspettavamo – ha aggiunto– che l’Ue fosse fermamente contraria all’offensiva di Haftar e contribuisse a porre fine all’attuale crisi in Libia». Questo perché Bruxelles, aggiunge, «non ha affrontato le sfide in Libia, sebbene alcuni paesi europei abbiano relazioni speciali con la Libia, e anche se siamo vicini e abbiamo molti interessi comuni».

Gli schieramenti
Nel vuoto lasciato dall’Europa, e dall’America di Donald Trump, si sono quindi inseriti due schieramenti mediorientali. Quello guidato da Recep Tayyip Erdogan e sostenuto soprattutto dal Qatar e in misura minore dall’Algeria, che sostiene Al-Serraj. E quello formato dall’asse Egitto-Arabia Saudita-Emirati che appoggia Haftar. Il maresciallo però adesso controlla il 90 per cento del territorio e la quasi totalità dei pozzi petroliferi, oltre a due terzi della capacità di export dai terminal.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
19/01/2020 22:04:01


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