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Elezioni Usa 2020: nel dibattito dei candidati democratici fari accesi su guerra e sessismo

Elizabeth Warren e Bernie Sanders si contendono il sostegno del liberal

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Ha preso una piega molto più sul personale il settimo confronto in tv tra i candidati democratici alla Casa Bianca, l'ultimo prima dei caucus dell'Iowa del prossimo 3 febbraio. In particolare tra Elizabeth Warren e Bernie Sanders che si contendono il sostegno del liberal e che alla fine non si sono neppure stretti la mano pur essendo amici di vecchia data. Il senatore del Vermont ha negato di aver detto a Warren che una donna non riuscirebbe mai a vincere la presidenza nel 2020. Warren non ha solo ribadito l'accusa ma ha anche rivendicato di aver trionfato, a differenza del rivale, in ogni singola elezione alla quale ha partecipato, come solo le due donne tra i sei sfidanti sul palco di Des Moines hanno saputo fare. «Complessivamente loro hanno perso 10 elezioni», ha osservato Warren, riferendosi ai colleghi uomini e plaudendo a se stessa e ad Amy Klobuchar. Sanders ha ribattuto che è impensabile attribuirgli un simile pensiero anche considerando che Hillary Clinton nel 2016 ha ottenuto la maggioranza del voto popolare. Per il resto la serata non è stata caratterizzata da particolari colpi di scena.

Con l'escalation di tensioni con l'Iran, la prima domanda è stata sul Medio Oriente e sull'opportunità di ritirare le truppe statunitensi. Più o meno tutti i candidati hanno sostenuto la necessità di evitare «guerre senza fine». Sanders, come previsto, è tornato all'attacco di Biden che aveva votato a favore della guerra in Iraq nel 2002 ma l'ex vice presidente ha dichiarato di essere il candidato più qualificato per gestire una crisi geopolitica data la sua esperienza come numero due di Barack Obama. «Con la mia storia

- ha affermato Biden - per tutto quello che ho fatto, sono più preparato di chiunque sul palco». L'ex vice presidente si conferma in testa nei sondaggi ma ha Sanders con il fiato sul collo seguito da Warren e Buttigieg sia nell'Iowa e sia nel New Hampshire, i primi Stati in cui si vota. Quello dell'Iowa, segnando il via alle primarie, viene considerato un indicatore cruciale sui candidati in pole position per la nomination del partito dell'Asinello. Dal 2000, ogni sfidante dem che è arrivato primo nell' Iowa, compreso l'ex presidente Barack Obama nel 2008, si è aggiudicato la nomination.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
15/01/2020 21:46:54


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