Flat tax, niente stretta. Boccata d’ossigeno per 500mila persone
Applicato lo Statuto del contribuente. Aliquota al 15% anche per gli esclusi
Niente stretta sulla flat tax per il 2020. In base allo Statuto del contribuente e a quanto ribadito da una circolare dell’Agenzia delle Entrate lo scorso anno, la tassa piatta del 15% sul reddito da lavoro autonomo si applica anche a chi al momento ne verrebbe escluso dai paletti fissati dalla legge di bilancio. Quindi via libera per quest’anno alla tassazione agevolata anche a chi, oltre al reddito da lavoro autonomo, ha percepito più di 30mila euro da pensione o lavoro dipendente, così come non scatta per ora l’altro limite fissato dalla finanziaria 2020, quello di 20mila euro di compensi a collaboratori o di spese per acquisto di beni strumentali. «Questo -spiega il tributarista Gianluca Timpone- in virtù del fatto che lo Statuto del contribuente fissa in 60 giorni il limite di tempo che deve intercorrere tra l’approvazione delle modifiche in materia di adempimenti fiscali e la loro applicazione». E non è questo il caso visto, che i paletti alla flat tax contenuti nella manovra hanno ottenuto il via libera finale dal Parlamento solo a dicembre per entrare teoricamente in vigore pochi giorni dopo.
Del resto la stessa Agenzia delle entrate aveva già nel 2019 fatto slittare di un anno l’applicazione di un altro paletto alla flat tax, approvato sempre a fine anno, che escludeva dalla tassa piatta chi aveva quote di una Srl. Il testo della circolare dell’Agenzia, la numero 9 del 10 aprile 2019, non lascia dubbi: «In considerazione della pubblicazione della legge di bilancio del 2019 nella Gazzetta Ufficiale n.302 del 31 dicembre 2018 e in ossequio a quanto previsto dall’articolo 3, comma 2, della Legge n. 212 del 2000 (Statuto dei diritti del contribuente), qualora alla predetta data il contribuente si trovasse in una delle condizioni tali da far scattare l’applicazione della causa ostativa in esame già a partire dal 2019, lo stesso potrà comunque applicare nell’anno 2019 il regime forfetario, ma dovrà rimuovere la causa ostativa entro la fine del 2019». Quindi, applicando lo stesso principio, anche quest’anno chi nel 2019 ha superato i nuovi limiti fissati dalla legge di bilancio 2020 resta per tutto l’anno in corso in regime di flat tax, anche se questi dodici mesi dovrà adeguarsi ai nuovi paletti se vorrà vedersi applicata anche nel 2021 l’aliquota unica del 15% (5% per i primi cinque anni di attività), che si applica per i redditi da lavoro autonomo fino a 65 mila euro. Una boccata di ossigeno per circa mezzo milione di partite Iva che il prossimo anno rischiano di dover dire addio alla flat tax e in parecchi casi anche alla loro attività. «I nuovi paletti - commenta Timpone alla luce di quanto elaborato dal suo studio tributario - creano forti disparità tra i contribuenti. Ad esempio chi percepisce un reddito da lavoro autonomo di cinquantamila euro e uno da locazione di trentunomila, che non rientra nei limiti imposti dall’ultima legge di bilancio, pagherà sul primo solo il 15% di flat tax e sul secondo la cedolare secca del 21% per un totale di 12.360 euro. Al contrario, chi oltre ai 50mila di lavoro autonomo ne percepisce 31 mila da lavoro dipendente esce dalla flat tax e si vedrà applicare sul reddito complessivo di 81 mila euro la tassazione ordinaria, con un esborso di 21.427 euro». Si tratta di un salasso fiscale da oltre novemila euro in più che rischia di scoraggiare chi vuole fare impresa.
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