Tregua in Libia, Tripoli dice sì ma Haftar alza un muro
“Continueremo a combattere i terroristi”
L’intervento del presidente russo Vladimir Putin e di quello turco Recep Tayyip Erdogan sembrava fosse andato a segno lasciando spiazzata anche l’Ue presa in contropiede. Il cessate il fuoco proposto dai due padrini politici, militari e finanziari di entrambe le fazioni che si combattono in Libia faceva ben sperare. E il sì da parte del governo di Tripoli andava in questa direzione. Ma in serata è arrivata la doccia fredda da parte del generale Khalifa Haftar: «Continueremo a combattere i terroristi». Tutto da rifare, insomma.
E’ probabile che Russia e Turchia ci riprovino, mentre l’Ue sembra ancora una volta in ritardo rispetto al repentino cambio di scenario nel Paese nordafricano che si trova al di là del Mediterraneo. L’Unione da mesi non riesce nemmeno a fissare una data per la sua conferenza di Berlino che nelle intenzioni degli organizzatori dovrebbe servire a mettere tutti attorno a un tavolo. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è cosciente della necessità di accelerare i tempi: «E’ importante essere parte della discussione, dobbiamo essere più attivi sullo scenario internazionale», ha detto. Per questo sabato sarà in Turchia ed Egitto per discutere del dossier libico mentre i ministri degli Esteri dell’Ue si incontreranno domani a Bruxelles per una riunione del Consiglio.
In vista dell'appuntamento e reduce da un tour diplomatico in Nord Africa, il titolare della Farnesina Luigi Di Maio è tornato a denunciare le «interferenze da parte di Stati esterni» e ha invitato l'Ue a adottare un embargo sulle armi dirette verso la Libia.
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