Piano Unicredit: via 8000 dipendenti entro il 2023, chiusi 500 sportelli
La gran parte degli esuberi in Italia. L’ad Mustier: «Saremo responsabili»
Si alza il sipario su «Team 23», il nuovo piano strategico di Unicredit. Di qui al 2023 la banca di Piazza Gae Aulenti conta di creare valore per gli azionisti per un totale di 16 miliardi di euro: saranno distribuiti 6 miliardi di dividendi in cassa, 2 miliardi sotto forma di riacquisto di azioni proprie. Altri 8 miliardi saranno di incremento del capitale netto tangibile. Il rovescio della medaglia è una nuova sforbiciata ai costi, che caleranno dello 0,2% medio annuo. Questo si tradurrà in 8 mila tagli al personale, con una sforbiciata di 500 filiali. «Stiamo iniziando ora le trattative con i sindacati - dice l’ad Jean Pierre Mustier - Nel piano precedente abbiamo agito in modo socialmente responsabile e continueremo a farlo». I sindacati, però sono sul piede di guerra. Lando Maria Sileoni, leader della Fabi, dice che «il piano industriale, così com’è, non può nemmeno essere preso in considerazione», visto che non prevede «alcuna assunzione» e i tagli si aggiungono ai 26.650 già effettuati «a partire dal 2007». Stessa linea da Massimo Masi, numero uno della Uilca, secondo cui il piano «sradica la banca dal tessuto sociale e territoriale in cui opera». Secondo fonti sindacali la gran parte dei tagli sarebbero proprio in Italia dove coinvolgerebbero circa 5.500-6.000 dipendenti e 450 filiali. Sul punto si esprime anche Fabio Panetta, direttore generale di Banca d’Italia e componente designato del board della Bce. «Non intervengo sul caso specifico di Unicredit, non conosco il piano - spiega il banchiere centrale - ma posso immaginare che stanno ristrutturando le attività come altre banche per rispondere allo choc tecnologico che colpisce l’intero settore bancario».
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