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Omicidio Caruana Galizia, il premier maltese Muscat si dimetterà il 18 gennaio

Il primo ministro è accusato di interferenze politiche nelle indagini

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E' scattata l'ora della resa dei conti, a Malta. Mentre il premier Joseph Muscat dovrebbe lasciare al più tardi il 18 gennaio, per l'imprenditore Yorgen Fenech è attesa l'incriminazione formale per l'omicidio di Daphne Caruana Galizia. Per gli inquirenti è il 37enne erede del Tumas Group, trasformato dal padre in un impero di casinò veri e online, alberghi di lusso, porti privati, condomini esclusivi, il mandante dell'autobomba che il 16 ottobre 2017 uccise la giornalista. Fenech si è visto respingere tutte le domande di liberazione e grazia. Si avvicina così l'ora in cui anche il premier Joseph Muscat, con la chiusura dell'inchiesta, dovrà rispondere a chi gli chiede di andarsene. Non solo alle migliaia di maltesi che da giorni protestano in massa sotto le sedi del potere alla Valletta (per domani alle 16, l'ottavo appuntamento), ma anche ad una sempre più larga fetta del partito. Con in prima fila la candidata in pole position per la successione, l'eurodeputata Miriam Dalli. Che stamani ha aperto la giornata con un post su Facebook che ha scatenato i social.

"Sono arrabbiata e tradita" ha scritto Dalli, aggiungendo: "So che, come me, moltissime altre persone si sentono come me. Quelli con cui ho parlato, laburisti e non, si sentono disorientati. Non è questione di laburisti o nazionalisti. Questa è una questione che riguarda l'intero paese". Secondo fonti del partito laburista, tra ieri e oggi sarebbe stata messa a punto la macchina per la scelta del successore di Muscat. L'8 gennaio un primo turno di votazione per scremare la rosa dei candidati. Il 18 gennaio il ballottaggio finale. Quel giorno Muscat dovrebbe passare la mano. Ma i convulsi sviluppi delle indagini, delle proteste, delle pressioni internazionali (Parlamento Europeo e Consiglio d'Europa hanno il caso Malta nel mirino, con molti dubbi sul rispetto dello stato di diritto) non fanno escludere accelerazioni. Yorgen Fenech, il principale accusato (su cui gravano anche sospetti di collegamenti con mafie italiane, con gli investigatori che hanno fatto sapere di star seguendo con la collaborazione dell'Interpol le tracce dei fornitori italiani della bomba) pochi giorni dopo l'arresto, mentre tentava la fuga in yacht ha puntato il dito contro Keith Schembri, sostenendo che è stato l'ex braccio destro di Muscat l'ideatore dell'omicidio.

Fenech ha chiesto anche la grazia in cambio delle sue prove contro Schembri. Ma non è stato creduto. Ieri in tribunale ha dichiarato di avere una foto dell'intermediario, il tassista-usuraio Melvin Theuma che lo ha accusato di essere il mandante, assieme al capo di gabinetto nel suo ufficio all'Auberge de Castille. Ed oggi la foto è puntualmente spuntata in prima pagina sul Malta Today. Prova inconfutabile che i due si conoscevano. Dal gioco delle accuse incrociate ha cercato di smarcarsi il ministro all'Economia, Chris Cardona, quello che si autosospese nel giorno delle dimissioni di Schembri e Mizzi. In una lettera inviata al presidente del Parlamento ha dichiarato di essere preoccupato per aver appreso che c'è stato almeno un tentativo di "incastrare" il suo nome nell'inchiesta. Cardona fu messo sulla graticola da Caruana Galizia nel gennaio 2017, quando sul suo blog raccontò di una serata del ministro in un bordello assieme al suo assistente durante una missione in Germania. Cardona fece causa per diffamazione ma la giornalista venne uccisa prima che il caso potesse essere dibattuto. 

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
01/12/2019 06:55:38


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