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Strage degli italiani in Bangladesh, condannati a morte sette membri del commando

A luglio 2016 morirono 20 persone in un bar-ristorante di Dacca

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Un tribunale antiterrorismo di Dacca, la capitale del Bangladesh, ha condannato sette persone alla pena di morte in relazione all'attacco sferrato il primo luglio 2016 contro il bar-ristorante Holey Artisan Bakery nel quartiere diplomatico di Gulshan nel quale morirono 20 persone, tra cui nove italiani. Lo riferisce il sito “Bdnews24”. Mojibur Rahman è il giudice che ha emesso le sentenze, contro le quali gli imputati possono ricorrere in appello. I sette condannati a morte - Jahangir Hossain alias Rajib Gandhi, Rakibul Hasan Regan, Aslam Hossain alias Rashedul Islam alias Rash, Abdus Sabur Khan alias Soheil Mahfuz, Hadisur Rahman Sagar, Shariful Islam Khaled alias Khalid e Mamunur Rashid Ripon - erano presenti in tribunale al momento della lettura della sentenza. Un altro imputato, Mizanur Rahman alias Boro Mizan, è stato assolto dai giudici di un altro tribunale. Nell'attentato di matrice jihadista nel quartiere diplomatico di Gulshan, oltre alle vittime locali, morirono anche sette giapponesi, un americano e un indiano. I terroristi obbligarono i clienti del ristorante a recitare versi del Corano, e uccisero gli occidentali che non conoscevano il testo sacro. Gli imputati condannati sono accusati di aver ideato il massacro, che fu opera invece di cinque giovani. Il commando fece irruzione nel ristorante nel tardo pomeriggio, e vi rimase tutta la notte. Le forze di sicurezza decisero l’assalto al locale all'alba e dopo ore di scontro a fuoco hanno tratto in salvo 13 persone ma gli altri erano stati evidentemente già trucidati. Una volta dentro il bar ristorante nel quartiere diplomatico della capitale del Bangladesh, le teste di cuoio - hanno trovato i corpi senza vita di 20 persone. Nove italiani, sette giapponesi, una studentessa indiana appena 19enne e tre bengalesi dei quali uno era cittadino americano. Dei sette terroristi del commando, sei sono stati uccisi e uno catturato. Tutti i componenti del commando erano cittadini del Bangladesh. Due anni dopo, il 26 novembre 2018, la corte aveva presentato accuse formali per otto membri del gruppo jihadista locale Jamaat-ul-Mujahideen. Il processo prese il via dopo una settimana, il 3 dicembre. La polizia ha accertato che all'attacco parteciparono 21 persone, ma solo 8 furono accusate, poiché le altre 13, inclusi i cinque esecutori della strage, morirono nell'attentato o in altre operazioni successive delle forze speciali. Le autopsie sui corpi dei nove italiani evidenziarono segni di torture, tagli provocati da armi affilate (probabilmente machete) e mutilazioni. Nell'attentato morirono i connazionali Cristian Rossi, 47 anni; Marco Tondat, 39; Nadia Benedetti, 52; Adele Puglisi, 54; Simona Monti, 33; Claudia Maria D'Antona, 56; Vincenzo D'Allestro, 46; Maria Riboli, 34; Claudio Cappelli, 45.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
27/11/2019 14:51:55


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