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Profili falsi e “fake news” sui social: l’imbecillita’ senza confini dell’essere umano

Un fenomeno che in molti segnalano anche in Valtiberina

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Sembra quasi che sotto l’”effetto dei social network” le persone si trasformino e perdano qualsiasi freno inibitorio. Le relazioni che si intrattengono in questi moderni luoghi di aggregazione sono spesso intrise di colpi bassi e scorretti, fino ad arrivare all’odio e alla violenza. Gli ultimi fatti di cronaca, che hanno riguardato minori e adolescenti violentati tramite Facebook, offrono purtroppo lo spunto per tornare a parlare di un fenomeno che sta diventando sempre più serio anche in Alta Valle del Tevere e nei territori limitrofi. Un fenomeno che ha i social per strumento e che si manifesta in due risvolti: da una parte, la creazione di profili falsi e dall’altra le cosiddette “fake news”, termine che – tradotto alla lettera – indica le notizie false. Sono numerosi coloro che si rivolgono anche alla nostra redazione, segnalando episodi di questo genere. E noi non facciamo altro che indirizzarli verso i Carabinieri o verso la Polizia Postale. Trattasi di imbecilli - perché questo è l’appellativo che calza più di ogni altro - e si dividono in due categorie: coloro che creano il falso profilo al solo scopo di adescare minori, che ingenuamente cascano nella trappola preparata da questi orchi, i quali catturano la fiducia dei giovani per poi cacciarsi nei guai, come le cronache hanno riportato alcuni giorni fa a proposito della ragazzina in provincia di Perugia che aveva fornito all’individuo alcune sue foto in atteggiamenti intimi. Quanto è bastato per trasformarle in oggetto di ricatto e finire per essere abusata sessualmente. Ma nella rete cadono anche donne adulte, che magari stanno attraversando un momento particolare e che, essendo psicologicamente più deboli, si abbandonano con una certa facilità nelle mani di questi abili affabulatori. Ci troviamo di fronte in questo caso a persone malate con evidenti disturbi. La seconda categoria di persone che crea profili falsi su Facebook lo fa invece per interesse personale o per frustrazione e tramite le “fake news” cerca in tutti i modi di danneggiare un possibile rivale, nel lavoro o in amore, oppure di mettere in difficoltà una persona solo perché non gli sta simpatica o per pura invidia, se non addirittura perché verso di essa – uomo o donna che sia - prova odio o rancori di qualsiasi tipo. In molti casi il dna di queste persone è di facile individuazione: si tratta di persone che hanno una buona dimestichezza con l’informatica, oppure degli abili grafici che magari, aiutandosi con photo shop, riescono ad alterare le foto. Spesso sono persone che usano questi mezzi per nascondere i loro complessi, magari provenienti dal periodo della gioventù, quando in qualche modo erano derisi per il loro comportamento o per i loro difetti fisici. Ma soprattutto individui dalla coscienza sporca, con tanti scheletri nell’armadio, che vogliono distogliere l’attenzione della gente dalle problematiche personali. Sono persone che nella vita cercano sempre di apparire, di mettersi in mostra per conquistarsi consensi o anche soltanto cinque minuti di gloria, magari rendendosi anche ridicole con i loro comportamenti, ma che la gente “carica” malignamente per farsi quattro risate. Purtroppo "la mamma degli imbecilli é sempre incinta" dicevano una volta i nostri anziani e questo detto calza a pennello per queste persone, le quali pensano di essere furbe ma invece...“il mondo è piccolo e la gente mormora”. Quello che ancora molti stentano a capire è che la creazione di un falso profilo sui social – attraverso generalità errate o pseudonimi - può costare molto cara. Il reato di sostituzione di persona è punito con la reclusione fino a un anno ed è procedibile d’ufficio, ma non finisce qui: se l’autore di falsi profili si spinge oltre, con frasi offensive che possono ledere la reputazione della persona alla quale si rivolge, si configura l’ulteriore reato di diffamazione aggravata. E c’è di più: anche coloro che magari condividono con il loro “like” possono incappare nello stesso reato. I nostri consigli sono due: o sporgere denuncia per diffamazione o, se avete sospetti su chi sia l’autore e sapete che è l’imbecille del paese, allora ignoratelo, perché - come si dice - per gli imbecilli e per i coglioni non c’è medicina. Le principali piattaforme social – Facebook e Instagram – hanno dichiarato guerra alle “fake”, segnalando agli organi di controllo tutti i profili artefatti, con l’obiettivo di ripulire la rete da individui che non si rendono conto della gravità di ciò che stanno facendo. Ripulire la rete diventa quindi per queste piattaforme una questione di credibilità, anche perché nell’ultimo anno si è verificato un calo consistente di utenti che usano i social, in particolare Facebook. Sicuramente Internet è stato - e continua a essere - una grande rivoluzione democratica, che va preservata e difesa da chi vorrebbe trasformarla in un ring permanente, nel quale verità e falsificazione finiscono per confondersi. Se quelli di criticare la libertà di opinione e la libertà di dissenso, anche aspro e duro, sono diritti sacri e inviolabili, la diffamazione, l'ingiuria, la calunnia, l'offesa e la minaccia non lo sono. Sono delitti che arrecano danni e che quindi debbono essere risarciti.

Claudio Roselli 

Notizia e Foto tratta da Eco del Tevere
© Riproduzione riservata
21/11/2019 09:19:31


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