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Traffico di clandestini anche minorenni, 10 arresti: coinvolto un avvocato torinese

Il gruppo criminale di Pakistan, India e Bangladesh smantellato a Torino dai carabinieri

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Gestiva un traffico di esseri umani, anche minorenni, il gruppo criminale smantellato dai carabinieri del Comando provinciale di Torino. Dalle prime ore di questa mattina, mercoledì 20 novembre, i militari del Nucleo Informativo stanno eseguendo, in Piemonte e su tutto il territorio nazionale, una decina di misure cautelari nei confronti di altrettante persone originarie del Pakistan, del Bangladesh e dell’India. L’accusa è di aver organizzato un traffico di connazionali clandestini. 

L’operazione
Nell’operazione sono impegnati oltre 60 carabinieri. A quanto emerso dalle indagini, il gruppo si faceva pagare per aiutare irregolari, arrivati in Italia tramite documenti falsi o contraffatti. Tra i destinatari delle misure cautelari, anche un avvocato torinese, sotto compenso, che agevolava le pratiche per ottenere i permessi di soggiorno. Il legale è stato sottoposto all’obbligo di dimora. 

Le indagini

Le indagini, coordinate dal pm Chiara Maina, sono scattate nell’aprile 2018. Un uomo originario del Bangladesh ha raccontato agli inquirenti che la sorella era stata picchiata dal marito perché si rifiutava di falsificare un certificato di matrimonio e dei documenti per far arrivare in Italia due minori spacciandoli per loro figli. «Il gruppo - spiega il comandante provinciale dei carabineri di Torino, colonnello Francesco Rizzo - si preoccupava di fornire documenti falsi, false attestazioni di ospitalità e false istanze di ricongiungimento familiare per favorire l’ingresso in Italia di connazionali». Poi li stipava in appartamenti del Piemonte, della Liguria e della Lombardia e ne curavano l’espatrio. «Si parla di decine di viaggi al mese pagati tra i 400 e gli 8 mila euro», sottolinea il comandante del Reparto Operativo Giuliano Gerbo. Per organizzare i viaggi dai paesi d’origine sino in Italia, il gruppo definiva i migranti «roba». Pakistani e bengalesi arrivavano tramite un ponte aereo con tappe da Abu Dhabi e Malta. L’accusa è di favoreggiamento all’immigrazione clandestina aggravata dalla transnazionalità. L’avvocato, invece, è accusato di favoreggiamento alla permanenza illegale su territorio nazionale. Le misure cautelari, quattro in carcere, due obblighi di dimora e un obbligo di firma, sono state eseguite oggi. Una persona è ricercata. 

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
20/11/2019 14:24:55


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