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Sansepolcro, inaugurata la nuova stanza multisensoriale: la prima in Valtiberina

E' stata realizzata da Du it nei locali della Cooperativa Sean di via Angelo Scarpetti

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Inaugurata a Sansepolcro la stanza multisensoriale: un sogno che oggi è diventato realtà. E’ stata realizzata da Du it nei locali della Cooperativa Sean di via Angelo Scarpetti, con il finanziamento della Fondazione Prosolidar e le donazioni arrivate dall’associazionismo locale. E’ un luogo avvolgente e accogliente fatto di luci, colori, aromi, essenze, suoni, oggetti e immagini su cui si basa il “Metodo Snoezelen”: è rivolta a persone con disabilità, persone con autismo, anziani, bambini e anche alle stesse famiglie che possono utilizzarla come sostegno psichico o semplicemente come zona di rilassamento. “Nella stanza – commenta Maria Cristina Ricci, presidente della Cooperativa Sean – si possono percepire emozioni ed esplorarle attraverso i cinque sensi. Siamo fieri perché su diciassette progetti mondiali, è rientrato anche il nostro che prende il nome di Un abbraccio Fantastico. Per la gestione di questo luogo è stata fatta a monte una preparazione specifica per tutti gli operatori, poiché i soggetti che ne usufruiscono sono uno diverso dall’altro”. Sta di fatto che grazie alle presenza di questa stanza multisensoriale, Sansepolcro diventa a suo modo un punto di riferimento. “E’ la prima in Valtiberina – aggiunge il sindaco Mauro Cornioli – io ringrazio la Cooperativa Sean e la sua presidente Maria Cristina Ricci. C’è stata anche la partecipazione dell’associazionismo locale: la comunità di Sansepolcro ha risposto presente, questo è il nostro stile”. Al taglio del nastro era presente anche la dottoressa Paola Vannini, assessore con delega alla sanità dell’amministrazione comunale di Sansepolcro. E’ stata una giornata di festa: inaugurazione che è seguita, poi, da un convegno dove è stato illustrato tutto il progetto nei minimi dettagli; c’è stato spazio anche per delle testimonianze di coloro che operano in questo delicato settore. “E’ un ulteriore strumento a disposizione di giovani ed anziani, soggetti disabili e fragili – sottolinea il dottor Evaristo Giglio, direttore di zona Arezzo Casentino e Valtiberina - tutta la fascia dell’autismo: nella stanza multisensoriale si possono trovare una serie di stimoli che mettono in relazione i nostri sensi, con l’area delle emozioni. Sono presenti altre stanze nell’aretino, ma di questo genere e così completa è la prima volta che la vedo: diciamo che la Valtiberina ha questa unicità, che gli fa onore. Diventa un luogo importante anche per chi, come noi, si occupa dei problemi della non autosufficienza”. Una stanza che custodisce una tecnologia avanzata che consente di personalizzare l’ambiente e rendere lo spazio dinamico e al tempo stesso flessibile: l’operatore, attraverso una serie di telecamere, è in grado di monitorare il soggetto. Tre, infatti, sono le aree presenti all’interno della stanza multisensoriale: quella della scoperta, del rilassamento e dell’interazione.

Redazione
© Riproduzione riservata
23/10/2019 11:54:45


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