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Sansepolcro, torna il polittico di Matteo di Giovanni dopo il restauro

Ieri pomeriggio il capolavoro ha ripreso il suo posto al museo civico

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Un’opera riportata all’antico splendore, che esalta la ricchezza del museo civico e la figura di Matteo di Giovanni, altro pittore nato a Sansepolcro. Più giovane di Piero della Francesca, ha lasciato la sua firma nel polittico che ieri ha conosciuto la nuova consacrazione dopo l’accurato restauro: il San Giovanni in Val d’Afra, che manca della tavola centrale perché è quella del Battesimo di Cristo di Piero, conservata nella National Gallery di Londra. Matteo di Giovanni, con la partecipazione di Antonio d’Anghiari, ha quindi lavorato in “team” con il sommo artista, realizzando le due parti laterali che hanno ripreso posto nella sala del museo a lui intitolata. Diverse le personalità presenti alla cerimonia di ieri pomeriggio, apertasi con il saluto del sindaco Mauro Cornioli e con il sottofondo delle performance a cura del Centro Studi Musicali della Valtiberina. E’ un momento molto importante, perché permette di restituire al mondo un’opera importantissima – ha detto il primo cittadino biturgense – e inoltre auspichiamo il coinvolgimento futuro, oltre che dell’Opificio delle Pietre Dure, dei tecnici inglesi della National Gallery per lo studio della connessione dell’opera con il Battesimo di Piero della Francesca”. Il restauro del capolavoro di Matteo di Giovanni è durato circa cinque anni e ha visto impegnata Rossella Cavigli del Polo Museale, inizialmente in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure per la parte tecnica. “Un intervento che si è concentrato principalmente sulle cornici, elementi importanti per un polittico – ha spiegato la Cavigli – tanto più che nel corso dei secoli è stato soggetto a più operazioni trasferimento. Siamo poi intervenuti con una ripulitura dei dipinti, perché comunque il tempo lascia i suoi segni. Il fatto che si trattasse del “contorno” al celebre Battesimo di Piero non deve assolutamente sminuire il valore dell’opera di Matteo di Giovanni, che – anzi! – ha completato e rifinito nel migliore dei modi quanto aveva eseguito lo stesso Piero”. La tavola è stata smontata in due occasioni: nel 2009, in seguito all’avvio della campagna di studio sulla carpenteria e all’esecuzione di indagini in funzione della sua comparazione con il polittico della Misericordia di Piero, durante il quale - a causa di vari fattori di criticità - sono stati eseguiti minimi interventi di messa in sicurezza e poi nel 2014, durante i lavori di adeguamento del museo per l’antisismica; in questa sede si è optato per il restauro vero e proprio. L’evento ha degnamente accompagnato l’ingresso del nuovo presidente della Fondazione Piero della Francesca, Giovanni Pennacchini, che sul ruolo dell’istituzione ha le idee ben chiare: “Ricerca e documentazione sono le nostre parole d’ordine. D’ora in poi la Fondazione dovrà essere il punto di riferimento per chiunque vorrà studiare Piero della Francesca e potenziare il proprio lavoro di comunicazione”.  

 

Redazione
© Riproduzione riservata
13/10/2019 07:03:12


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