Opinionisti Alessandro Ruzzi

Le aziende partecipate sono nostre, dei cittadini, ma...

La situazione Coingas ed altro che riguarda i cittadini

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Il mese di luglio ad Arezzo è stato particolarmente spiacevole. Molti lettori di questa testata ritengono non essere direttamente coinvolti in quanto accade nel capoluogo aretino, ma gli episodi di luglio hanno implicazioni valide ovunque.

La società partecipata Coingas ha 27 Comuni della provincia di Arezzo fra i suoi soci, il capoluogo ne detiene circa il 45%: nel passato si occupava direttamente della gestione del gas di città, quindi insieme alle simili aziende di Prato e Siena ha dato vita ad una società -adesso Estra- cui ha demandato tutte le attività operative.

Coingas è divenuta il mero contenitore delle quote azionarie dei Comuni soci, che rappresenta con circa il 28% di capitale in Estra.

Estra opera in totale autonomia, anzi ha dato vita a numerose aziende al suo interno che seguono settori specifici di quel business, ed ha mantenuto un legame con le società sovrastanti attraverso patti parasociali che assegnano la nomina del presidente di Estra alla comunità aretina (via Coingas) mentre Prato e Siena nominano le figure fondamentali a carattere operativo. Estra produce utili che vengono retrocessi attraverso Coingas ai Comuni soci. La presidenza di entrambe queste società è espressa dalla maggioranza politica che in quel momento si trova a nominare queste cariche e, con la affermazione di Ghinelli a sindaco di Arezzo, la presidenza di Estra è stata affidata a consigliere comunale aretino di Fratelli d'Italia mentre quella di Coingas è stata appannaggio dal 2015 di esponenti della lista oraGhinelli che appunto sosteneva la candidatura di quello che è l'attuale sindaco di Arezzo. La notizia di indagine che coinvolge il past president Staderini (già presidente del comitato oraGhinelli, in Coingas dall'avvento della nuova amministrazione aretina sino a 31.1.2019), l'attuale presidente Scortecci (pure supporter di Ghinelli), il sindaco di Arezzo Ghinelli, l'assessore alle partecipate Merelli, il presidente di Estra F.Macrì,  altra persona oltre a due professionisti che hanno fornito servizi a Coingas a causa di consulenze di importo estremamente significativo, ha creato un terremoto anche politico poiché le intercettazioni hanno dipinto un quadro desolante.

L'affermazione di Ghinelli per cui ci devono far credere che gli asini volano è davvero dolorosa, quella per cui i revisori devono fare quello che vuole chi ce li ha messi è invece illuminante.

Ovviamente starà alla magistratura e agli inquirenti valutare se esistono profili per sostenere eventuali accuse di favoreggiamento, peculato, abuso, interesse privato in atti d'ufficio o altro, ma sino a settembre non sarà possibile saperne di più.

Per me l'esito politico è chiarissimo: a casa, ma tanti Comuni hanno ringraziato Staderini per quanto aveva fatto quindi non sono indenni da responsabilità.

A luglio si è tenuta l'assemblea dei soci -presente l'87% del capitale- che doveva decidere l'approvazione del bilancio, stante il giudizio sospeso per incompletezza di notizie espresso dai revisori per la presenza di questi ulteriori costi, oltre € 400.000 per consulenze (pareri o servizi) affidate nel 2018 dallo Staderini; bilancio che è stato approvato con il voto favorevole di Arezzo e Castiglion fiorentino colla astensione dei Comuni di Capolona, Chiusi Verna, Castel Focognano, Castiglion fibocchi, Bibbiena. Erano invece usciti dall'aula senza esprimersi i sindaci di Sansepolcro, Foiano, Bucine, Civitella, Monte San Savino, Lucignano, Subbiano, Pratovecchio, Talla, Ortignano. Peraltro Arezzo non era rappresentata da sindaco o assessore alle partecipate bensì dal segretario generale. L'approvazione del bilancio ha suscitato clamore sia per la esplicita stigmatizzazione da parte di alcuni soci durante la assemblea sia perché contemporaneamente Ghinelli stava tenendo conferenza stampa (l'altro indagato, l'assessore, è sparito dai radar ancora prima). Al primo consiglio comunale utile, le opposizioni aretine si sono scatenate chiedendo chiarimenti al sindaco (assessore assente) che ha ritenuto introdurre con sua dichiarazione l'argomento. Egli ha detto di aver promosso la approvazione del bilancio per tutelare gli altri soci in quanto la mancata approvazione avrebbe portato allo scioglimento della società con problemi non meglio specificati. Ha detto di aver portato avanti l'approvazione facendo riferimento a quanto dettogli dall'assessore alle partecipate (quello assente) che, parole di Ghinelli, avrebbe indicato come i revisori debbano proporre o meno l'approvazione del bilancio, non potendo (Ghinelli disse terzium non datur) esimersi da esprimere un giudizio, insomma i sindaci revisori avevano una posizione tecnicamente errata (ripeto, Ghinelli ha messo queste parole in bocca all'assessore Merelli, assente).

Adesso che il bilancio e gli atti relativi a quella assemblea sono pubblici mi è stato possibile approfondire quanto sia verbalizzato.

Inizio dall'aspetto principale, le motivazioni che hanno indirizzato il sindaco di Arezzo alla approvazione del bilancio per quanto egli ha attribuito all'assessore Merelli: i revisori hanno espresso l'impossibilità ad esprimere un giudizio, per me nella forma compiuta e nel pieno rispetto della attribuzione di legge, un atto che possiamo rappresentare come una alzata di mani da parte dei revisori. Hanno indicato i motivi per cui non erano in grado di formarsi detto parere, situazione espressamente prevista dalle norme, e che naturalmente sottintende il rimando alla assemblea dei soci pel chiarimento dei punti oscuri. Che persona preparata come Merelli possa aver così clamorosamente toppato escludendo questa eventualità mi lascia stupefatto; ma Merelli non parla, anzi è sparito dall'orizzonte, non è sereno ha detto Ghinelli. I revisori avevano richiesto documenti e sollecitato all'attuale presidente Scortecci una sua valutazione: Scortecci è diventato presidente di società senza dipendenti, quindi senza persone in grado di aiutarlo, senza memoria storica e (aggiungo io) non ci deve essere stata la corsa ad aiutarlo perché l'argomento di queste consulenze, la loro congruità economica e la effettiva produzione risultavano imbarazzanti per qualcuno. Infatti nel 2018 il costo per questo tipo di prestazioni passato da 416.000 a € 746.000, aumento davvero significativo e per di più incentrato intorno a 2 sole figure professionali, avvocato di Firenze (interrogato in consiglio circa i motivi dell'invito di costui in tribuna d'onore al “saracino”, Ghinelli non ha offerto una risposta degna della carica) e commercialista di Cortona.

Scortecci -richiesto il supporto di ex dipendente Coingas pensionata per rispondere al pressing dei revisori e per capire meglio quello che era successo dentro la società di cui era divenuto presidente- probabilmente poteva fare nello specifico diversamente e meglio, ma non è lui quello a cui dobbiamo mettere la croce in spalla. Perché in questa situazione - generata da Staderini- ci si è trovato dentro, e non mi stupirebbe qualche sua lamentela circa il non-supporto da parte del suo "amico" Ghinelli. Leggendo i documenti pubblicati si percepisce anche la ricerca di nuove strade per Coingas, ai sensi della legge Madia simili carrozzoni o cambiano strada o chiudono, e di un diverso e più trasparente metodo gestionale, ma senza azione di sostegno collegiale da parte di tutti gli stakeholders (quei Comuni che detengono le quote per conto nostro, dei cittadini) si lasciano le porte aperte ad azioni personali che per negligenza, superficialità, dolo o simili arrecano enormi danni a tutti noi.

Da qui la riflessione che vi estendo: nelle parole e nelle azioni di alcune persone -che un percorso politico ha portato a taluni ruoli- traspare un personalismo (per essere gentili), un'accondiscendenza di parte, un'ignoranza di base che debbono far tremare le ginocchia. Se poi ci fa capolino la polemica politica.... vigiliamo e vigilate.

Questo mi porta al secondo spiacevole tema del luglio aretino: la contestazione feroce nei confronti della scelta del sindaco di Arezzo di investire per una manifestazione musicale (raro festival, 10 giorni) quasi 700.000€. Il cartellone (che ha attratto circa 2.000 spettatori, pochini visto che un 40% non ha pagato) ha aperto un dibattito cittadino sulla operazione: Ghinelli ha  anche detto che solo quella presente al suo raro festival è cultura, il resto è intrattenimento. Ad Arezzo la cultura stata affidata dalla attuale maggioranza a fondazione costituita ad hoc, che nel 2019 gestirà quasi 1.900.000€ concentrati in 7 mesi: stupore visto altresì la scelta di minore trasparenza espressa con il codicillo ove informazione importante (consulenze, dinamica delle offerte etc) "non rientra nell’ambito soggettivo di applicazione per gli enti di diritto privato a partecipazione pubblica non di controllo".

Un bilancio preventivo sterminato: circa 250 voci di spesa, ma ne bastano 12 per formare l'80% della spesa prevista, senza specifiche e senza trasparenza (buio sui cachet, su come sono stati scelti trasportatori, alberghi e altri fornitori etc, neanche fossero spese per la più segreta tecnologia militare).

Nuovamente si sottrae alla collegialità non solo l'uso di risorse elevatissime, bensì anche il discrimine fra cosa è cultura -quindi degno di iniziative pagate principalmente con denari della comunità- e quanto è fuffa.

Evidente caso di sottrazione della potestà popolare a favore del princeps.

L'utilizzo di così tanti denari pubblici per permettere al caput mundi di organizzare quello che gli piace ha destato enorme contrarietà con l'ultimo tristissimo accadimento: l'evento meteo particolarmente sfavorevole ha provocato decine di milioni di euro di danni per allagamenti e purtroppo la morte di un aretino. La contestazione che poche centinaia di migliaia di euro di interventi non eseguiti abbiano amplificato gli effetti drammatici di alcune ore di pioggia traspare da coloro che hanno subito i danni e si sono trovati da soli a tirarsene fuori.

Anche qui emerge come la valutazione delle necessità popolari abbia chinato la testa dinanzi a preferenze individuali. E qui non si parla del sesso degli angeli, ma di case allagate, arredamenti, merci, oggetti da buttare via. Queste non sono cose che riguardano solo gli aretini. Temo sia andazzo piuttosto diffuso in troppe istituzioni. Occorre fermarlo prima di eventuali interventi delle autorità preposte su segnalazione di un volenteroso: è azione culturale (trasparenza) ed sociale (partecipazione).

È recupero di sovranità popolare, ben diversa da sovranismo.

Redazione
© Riproduzione riservata
03/08/2019 16:49:27

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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