Turismo in Valtiberina: un 2018 positivo in fatto di arrivi, meno di presenze
La proposta del "turismo esperienziale" per favorire la stanzialità
Il 2018 anno di grazia per il turismo in Valtiberina Toscana? Se facciamo un confronto con quanto accadeva in passato, lo diventa per il semplice motivo che è quello con i numeri migliori, anche se vi sono margini di miglioramento da poter (e soprattutto dover) sfruttare. Il riferimento è all’oramai famoso dilemma fra stanzialità e “mordi e fuggi”, con le presenze che sono salite in percentuale minima rispetto agli arrivi. E questo, nonostante un’incidenza di stranieri in deciso incremento. Dati alla mano, le presenze in strutture ufficiali sono state 118976, pari a un +1,3% sul 2017, mentre i 49439 arrivi indicano un balzo in avanti nell’arco dei dodici mesi arrivato a +7,5%. Assieme alle luci, anche qualche ombra: -18% nelle presenze alberghiere e -5,4% in quelle italiane, con la realtà di Sansepolcro che ha risultanze più contenute; al contrario, si registra una impennata sia nelle presenze extralberghiere (69014, che significano un +22,3%), sia in quelle straniere, cresciute del 14,1% con totale che tocca 46449 unità. Dunque, l’agriturismo la sta facendo da padrone. A fornire il tutto, come oggetto di analisi, è stato il settore “legislazione e statistica” del comparto attività produttive della Regione Toscana, il cui responsabile – il dottor Stefano Romagnoli (nella foto) – è venuto ieri mattina in sala consiliare a Sansepolcro per la relativa esposizione, al cospetto del presidente dell’Unione dei Comuni della Valtiberina, Alessandro Polcri (l’iniziativa era proprio dell’organismo di comprensorio), degli assessori al turismo dei vari Comuni e dei rappresentanti delle categorie economiche. “Un anno senza dubbio positivo, quello passato – ha detto il dottor Romagnoli – con variazioni in positivo e una quota di stranieri arrivata al 39%, il che mi sembra molto indicativo. Gli europei sono in larga maggioranza, con prevalenza di quelli del versante occidentale”. Magari c’è il rischio che, dopo le vicissitudini legate alla E45, il bilancio del 2019 possa essere peggiore, anche se è ovviamente prematuro affermarlo ora. “Lo vedremo – precisa il dottor Romagnoli – ma credo che potrà semmai esercitare una qualche ripercussione sul turista del centro Italia; per il resto, ritengo che non dovrebbe lasciare alcun segno di rilievo”. Cosa è opportuno fare per favorire la stanzialità del turista? “Piero della Francesca rimane l’elemento trainante, ma non basta – ha sottolineato – per cui direi che possa rivelarsi efficace il cosiddetto “turismo esperienziale”. Si va in un luogo con la voglia di approfondire la conoscenza di esso, del suo territorio attraverso escursioni a piedi o in bici, delle sue tradizioni culinarie e artigianali e delle abitudini di coloro che vi risiedono. L’importante è specificare che anche la Valtiberina è una parte di Toscana, perché il nome della regione è “brand” a tutti gli effetti”. Tutti concetti che il presidente Polcri ha fatto propri nella sua veste di titolare della delega al turismo.
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