Iran, Trump dà il via libera ai raid poi li ferma
Il Nyt: «Ha cambiato idea quando gli aerei erano già in volo»
Donald Trump aveva approvato raid mirati contro obiettivi iraniani, radar e batterie di missili anti-aerei, ma poi ha cambiato idea all’ultimo momento e i cacciabombardieri già in volo sono stati fatti tornare indietro. Lo rivela il New York Times. Gli attacchi dovevano aver luogo nelle prime ore di oggi. Si tratta di bombardamenti limitati, con l’obiettivo di non fare vittime per non creare una escalation incontrollabile. Una ripetizione dei raid del 7 aprile 2018 contro installazioni militari in Siria, dopo i presunti attacchi chimici contro i ribelli a Douma, e di quelli del 2017 contro un base aerea siriana, sempre con stessa motivazione. Il quotidiano newyorchese cita funzionari anonimi che hanno partecipato ieri alle frenetiche riunioni del gabinetto di Sicurezza, dopo l’abbattimento di un drone di sorveglianza sopra lo stretto di Hormuz. I Pasdaran sostengono che fosse nello spazio aereo iraniano ma il Pentagono ha negato e ha localizzato il punto dell’impatto a 34 chilometri dalla coste dell’Iran. Trump ha subito definito l’azione iraniana un “errore molto grosso”, poi una “provocazione inaccettabile”. Ai briefing della Sicurezza avrebbe dato il via libera a una rappresaglia contenuta. Durante la conferenza stampa con il premier canadese Justin Trudeau però il tono è via via cambiato. Trump ha detto che “qualcuno” in Iran aveva fatto “uno sbaglio”, aveva “perso il controllo” ma ha in sostanza assolto la dirigenza iraniana e poi ribadito di “non volere una guerra”. Gli ondeggiamenti sono continuati finché, secondo il Nyt, ha deciso di revocare il via libera ai raid, con i cacciabombardieri già in volo. Il quotidiano non esclude però che ci possa essere una rappresaglia più avanti, quando il Pentagono avrà risolto dubbi “logistici e strategici”. Dallo stretto di Hormuz passa infatti un quinto di tutto il petrolio prodotto nel mondo e un terzo di quello esportato via mare.
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