Notizie Nazionali Economia

“I clienti se desiderano provare abiti e scarpe devono pagare 10 euro”

Disincentivare chi prova scarpe o abiti e poi ordina il prodotto via internet

Print Friendly and PDF

Nessuno liquida ristoratore e cuoco  con un “grazie per la lezione di cucina. Ciao”. Una cosa simile sta accadendo invece nei negozi di moda. “Proprio una brutta moda”, devono aver pensato i commercianti, così qualcuno ha deciso di far pagare 10 euro per provare le scarpe e gli abiti firmati, 10 euro da scontare dal prezzo se il capo sarà acquistato. La prima volta di questa iniziativa è stata nel 2018, l’aveva ideata un commerciante di Sarzana, Giulio Soresina, che da 34 anni gestisce 2 negozi in centro città. Un modo per disincentivare chi entra in negozio per provare scarpe o abiti e poi ordina il prodotto via internet, risparmiando qualche euro.

Il cartello anti furbetti

"C'era chi tornava più volte, provava, misurava, fotografava e poi non comprava", aveva spiegato il commerciante. "La mia è stata una provocazione, ma non ne potevamo più. Siamo arrivati a far provare 14 paia di scarpe in una mattina allo stesso presunto cliente senza venderne uno. Ho piazzato il cartello per allontanare i furbi e da quando chiedo 10 euro, tanti se ne sono andati e le vendite sono aumentate". La sfida ha colto nel segno. Per quale ragione? Per disincentivare, forse, la cattiva abitudine di entrare, reclamare, esaminare in camerino, farsi dare un consiglio e poi andarsene con "Grazie, ci penso". L’acquisto lo faranno via web.

Confcommercio e Consumatori

Il direttore generale di Confcommercio Ascom Bologna, Giancarlo Tonelli spiega le regole da seguire: "Non esiste una legge che autorizzi questa pratica, ma non ne esiste nemmeno una che la vieti. Giusta o sbagliata? È frutto del cambiamento nelle abitudini dei consumatori. Il commerciante deve, però, esporre il cartello o spiegare verbalmente che per la consulenza all’acquisto deve essere versata una cifra. Spesso gli esercenti sono assaliti dai clienti che chiedono di provare sette paia di scarpe, senza comprarne una". Il comandante della polizia municipale di Trento, Lino Giacomoni, è dello stesso parere: "Essere anti Amazon non è un abuso, ma deve essere pubblicizzato". La decisione ha sollevato un mare di polemiche e l'ira di chi fa shopping. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, si schiera con i clienti: "Diffidate dei vestiti o degli accessori che possono essere solo guardati. Ora ne aggiungiamo un altro: state alla larga da quei negozi che vi vogliono far pagare per provarli": è guerra.

L'e-commerce italiano

L'e-commerce italiano viaggia su buoni numeri: gli acquisti sono cresciuti del 15% rispetto al 2017 (l'abbigliamento del 21%). Un terzo delle transazioni è tramite smartphone e genera un fatturato di 35,1 miliardi di euro. Gli e-shopper del nostro Paese sono circa 25 milioni: il 78% fa un acquisto almeno una volta al mese. Spesso, nelle offerte on line si trovano parecchie occasioni. Il 2019 si prospetta come un’ulteriore annata di espansione del mercato del digital in Italia. Numerosi dati, studi e statistiche confermano come anche quest’anno si conferma un trend di forte crescita avviatori ormai quasi 10 anni or sono.

Il digital marketing

Tra le ragioni che spingono il digital marketing sempre più in alto come forma di promozione strategica aziendale vi è da notare la nuova apertura, soprattutto da parte delle PMI, verso forme alternative di comunicazione e pubblicità. Le aziende nostrane si sono rese conto che sono cambiate le esigenze del pubblico. Diventa sempre più evidente che le scelte dei consumatori stanno cambiando e cambiano a un tasso molto più drastico e più veloce di prima. Per stare al passo con i tempi è necessario studiare i nuovi percorsi di acquisto, le nuove abitudini che hanno modificato il contatto tra le aziende, i prodotti e clienti. Oggi le persone recepiscono informazioni e messaggi in maniera molto diversa già rispetto a 2 anni fa. I percorsi prediletti dai consumatori sono corridoi che passano quasi sempre attraverso web, siti internet e social. L’era della “digitalizzazione totale” è iniziata, non può essere più mistero per nessuno. Neanche per i commercianti.

Notizia e Foto tratte da Tiscali
© Riproduzione riservata
14/05/2019 06:44:46


Potrebbero anche interessarti:

Ultimi video:

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Bisogna essere registrati per lasciare un commento

Crea un account

Crea un nuovo account, è facile!


Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui ora.


Accedi

0 commenti alla notizia

Commenta per primo.

Archivio Economia

San Marino, è qui il nuovo paradiso fiscale: tasse al 6% per 10 anni >>>

Meno tasse per chi guadagna meno di 50mila euro: così può cambiare l'Irpef >>>

Vino Nobile di Montepulciano in salute: crescono produzione e mercato interno >>>

Angelo Gaja, il genio che ha cambiato il modo di fare il vino in Italia >>>

Bonus ristrutturazione 2024: dai beneficiari ai lavori ammessi. Tutto quello che c'è da sapere >>>

Case green: è allarme costi riqualificazione e svalutazione degli immobili >>>

Fisco, più tempo per pagare i debiti. Cartelle non riscosse stralciate in 5 anni >>>

Olio extravergine d’oliva, la crisi climatica infiamma i prezzi e crollano i consumi italiani >>>

Borghese: "Pago anche gli stagisti, offro 13ma e 14ma e aiuto il personale a trovare casa" >>>

Meno tasse per chi guadagna meno di 50mila euro: così può cambiare l'Irpef >>>